Coronavirus. Dopo la morte del medico di Tonara: lo Stato riconosca la malattia professionale

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Coronavirus. Dopo la morte del medico di Tonara: lo Stato riconosca la malattia professionale

giovedì 09 Aprile 2020 - 17:25
Coronavirus. Dopo la morte del medico di Tonara: lo Stato riconosca la malattia professionale

Nabeel Khair, il medico di Tonara morto di Coronavirus

“Lo Stato deve riconoscere la morte per malattia professionale per i medici di base e di guardia medica e per gli operatori sanitari, colpiti da questa tremenda epidemia, nell’espletamento del proprio lavoro”. Lo chiede Francesco Carta, presidente di Medicina Democratica Sardegna, dopo la morte del dottor Nabeel Khair, il primo medico di base deceduto in Sardegna per il Covid-19.

La richiesta arriva dopo le due risoluzioni, del 28 marzo e del 4 aprile, del Consiglio Nazionale Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, rimaste ancora senza risposta.

«Forse non tutti sanno che i medici di medicina generale e gli operatori sanitari non sono dipendenti pubblici e quindi non hanno diritto al risarcimento infortunistico – sottolinea Carta. Con la morte di Nabeel Khair, ci risultano al momento 40 medici di medicina generale in Italia caduti sul lavoro, perché di questo si tratta: morti nello svolgimento della propria attività professionale di assistenza medica, nei propri ambulatori sparsi nel territorio, privi di adeguati dispositivi di protezione individuale e di sicurezza, dall’inizio dell’epidemia fino alla scorsa settimana. In Sardegna sono mille i medici di medicina generale, ma ci sono ben 200 sedi vacanti, e quindi ne mancano all’appello altri 200. Sono inoltre 190 le postazioni di Guardia Medica, coperte da circa 850 medici di guardia, per un totale di 1.850 medici effettivi, che hanno lavorato per oltre due mesi senza le necessarie tutele e senza essere messi in sicurezza».

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