Coronavirus. In Sardegna chiuse 52mila aziende: 300mila persone a rischio povertà

Sonia

Coronavirus. In Sardegna chiuse 52mila aziende: 300mila persone a rischio povertà

martedì 31 Marzo 2020 - 10:27
Coronavirus. In Sardegna chiuse 52mila aziende: 300mila persone a rischio povertà

In Sardegna supera il 46% delle attività produttive (52mila)  chiuse per Decreto che hanno lasciato a casa oltre 126mila tra addetti e dipendenti.: 26mila sono artigiane. Lo denuncia Confartigianato e il presidente Matzuzi  parla di una vera  e propria “bomba sociale”:  «aiutateci a tenere acceso il motore delle imprese e a ripartire subito”».

Tra i settori colpiti dal blocco, c’è l’artigianato con oltre 26mila imprese (circa il 70% del settore) e circa 70mila lavoratori; a questo numero ufficiale bisogna aggiungere quelle che stanno svolgendo l’attività in modo parziale o ridotto, quelle che hanno deciso di chiudere per l’impossibilità di reperire sistemi di protezione individuali o di mantenere il “distanziamento sociale”, quelle senza richieste di prodotto o servizio e quelle che hanno difficoltà a reperire materie prime, semilavorati o ricambi. Tutte chiuse anche le 22.378 imprese edili, di cui il 58,1% artigiane (13.011 realtà), che impiegano oltre 40mila addetti.

 Una catastrofe  che interessa almeno 100mila famiglie sarde e oltre 300mila persone in attesa del sostegno statale o degli Enti bilaterali delle attività produttive. Le stime sono dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato la situazione sulla base dei codici ATECO inseriti nei Decreti e negli aggiornamenti che si sono seguiti dall’11 marzo in poi.

«Tutte le imprese, soprattutto quelle artigiane obbligate a stare chiuse, stanno pagando un prezzo altissimo alla crisi – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – e le piccole attività che ancora possono lavorare stanno dimostrando ancora una volta il loro grande senso civico facendo il loro dovere e la loro parte».  «È giusto tutelare i lavoratori – sottolinea il Presidente – ma occorre pensare ai tantissimi piccoli imprenditori che in questo momento non hanno nessuna forma di assistenza se non quella del proprio lavoro».

Tra le imprese artigiane chiuse i settori maggiormente colpiti sono: l’edilizia (esclusi gli installatori di impianti che possono operare) con circa 13mila aziende chiuse, seguite dal comparto del benessere 2.900, dalla metalmeccanica con 2.000, la moda 300, il legno/arredo con 1.500 e l’artistico allargato con 7.000 attività chiuse. Sul fronte degli addetti artigiani che restano senza lavoro, in totale in regione, le aziende artigiane lasciano a casa oltre 68mila persone tra dipendenti, titolari, soci e collaboratori familiari. In questo caso il settore più coinvolto in termini assoluti è sempre l’edilizia con oltre 35mila persone, il benessere con 7mila, metalmeccanica 5mila, moda 800, legno/arredo con 4mila e 16mila quelli che operano nell’artistico allargato.

In Sardegna sono 10.307 le imprese artigiane aperte e che mandano avanti l’economia sarda, il 29,6 del totale del comparto che conta 34.766 aziende. 1.455 sono quelle alimentari, 2.981 dell’installazione impianti, 2.375 della manutenzione autoveicoli, 643 del trasporto persone, 1488 del trasporto merci, 109 delle attività di supporto ai trasporti, 701 le imprese di pulizia e disinfestazione, 231 di riparazione di pc e sistemi informatici, 292 della lavanderia, 31delle onoranze funebri e servizi connessi; Il sostegno alle imprese artigiane chiuse e ai loro dipendenti.

 «Per affrontare la crisi di liquidità delle piccole imprese – suggerisce Matzutzi – come prima cosa ci sarà la fondamentale necessità di un intervento massiccio da parte dello Stato, con un forte potenziamento di risorse, per innescare un meccanismo virtuoso in cui le banche dovranno adeguarsi per consentire l’erogazione del credito agli imprenditori con istruttorie veloci e semplici».

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