Coronavirus. M5s: “l’assessore alla Sanità Nieddu si deve dimettere, servono i commissari”

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Coronavirus. M5s: “l’assessore alla Sanità Nieddu si deve dimettere, servono i commissari”

martedì 24 Marzo 2020 - 12:58
Coronavirus. M5s: “l’assessore alla Sanità Nieddu si deve dimettere, servono i commissari”

Mario Nieddu

“Come MoVimento 5 Stelle vogliamo indicare una via costruttiva immediata per non perdere un solo minuto. Con questa epidemia bastano pochi giorni di ritardo e si rischia di pagare errori e indecisioni con un rapidissimo aumento del prezzo peggiore, quello in vite umane. Occorre agire subito”.

Con questa premessa il M5s chiede le dimissioni dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu, spiegando che “in Sardegna, alla gestione dell’emergenza Covid-19 mancano gli anelli essenziali e i vuoti vengono riempiti dal virus. Occorre che l’Assessore Nieddu si faccia da parte, si dimetta subito e non si occupi più del coronavirus e che di concerto con l’Amministrazione regionale si nominino sia un commissario straordinario per l’emergenza in Sardegna sia un commissario speciale ad acta per gestire l’AOU di Sassari e ovunque si renda necessario e ripristinare una catena di controllo su tutti i protocolli che preservano il fronte ospedaliero. La battaglia va affrontata con le forze giuste”.

È questa la posizione dei parlamentari del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, Emanuela Corda, Elvira Evangelista, Emiliano Fenu, Ettore Licheri, Alberto Manca, Nardo Marino, Mario Perantoni, Lucia Scanu, e dei consiglieri regionali Carla Cuccu, Alessandro Solinas, Michele Ciusa, Desirè Manca e Roberto Li Gioi, Paola Deiana e Luciano Cadeddu

In un momento in cui il picco del contagio deve ancora arrivare “la gestione dell’emergenza da parte dei decisori politici in loco è fra le più preoccupanti se la confrontiamo con tutte le società del Nord del pianeta colpite dal virus. La pandemia colpisce ovunque provocando risposte difficili e complicate delle amministrazioni pubbliche, sottoposte a una sfida senza precedenti che implica dover cambiare la stessa struttura economica, per approvvigionarsi o creare beni oggi scarsi (pensiamo alle mascherine o ai dispositivi medicali più complessi) che diventano improvvisamente vitali per milioni di cittadini. Queste risposte delle istituzioni finiscono per assomigliarsi nelle soluzioni, ma risultano molto diverse nella prontezza e nell’organizzazione, a seconda delle burocrazie e dei vertici politici. In Sardegna, lo ribadiamo, c’è da preoccuparsi tantissimo.”

“I cinesi non hanno esitato ad esautorare le autorità di Wuhan e dell’Hubei, agli inizi del loro principale focolaio – spiega il M5s. Eppure non registravano un numero di operatori sanitari infetti da Coronavirus altrettanto sproporzionato quanto in Sardegna nella fase iniziale della progressione infettiva: gran parte dei nuovi contagi da noi è avvenuta all’interno dei presidi ospedalieri, un record che segnala un’anomalia acutissima. Cosa ha fatto l’Assessorato regionale della Sanità tra il 21 Febbraio (il primo caso a Codogno, in Lombardia) e l’8 Marzo 2020 (con il DPCM che ci ha fatto stare tutti a casa)? Era davvero tutto a posto, come diceva? Erano ben tutelati il lavoro e la salute dei medici, degli infermieri e di tutti i sardi? L’Ordine dei Medici della Sardegna dice di no“.

“A che punto siamo con l’apertura di nuovi posti letto prevista dal Piano di Emergenza Regionale? E inoltre: nel mese appena trascorso, le mascherine sono state difficilmente reperibili in tutta Italia, ma disponibili in questi giorni in numero crescente, grazie ai continui arrivi da parte di altri paesi: questo si è reso possibile grazie al lavoro svolto dal Ministero degli Affari Esteri che monitora costantemente la situazione e la disponibilità dei materiali. Ebbene, nell’isola del “tutto sotto controllo”, la Regione giura di avere in giacenza 36 mila mascherine: allora perché le mascherine non sono state messe a disposizione fin da subito negli ospedali sardi, già agli esordi dell’epidemia al Nord Italia?”

Le argomentazioni del M5s, in conclusione, toccano altri punti dolenti della gestione dell’emergenza, a iniziare dalla questione del presunto ordine di tamponi ordinato alla TEMA Ricerche che, del canto suo smentisce (APPROFONDISCI QUI): la prenotazione che in realtà non sarebbe mai avvenuta, secondo quanto spiegato dalla nota della legale rappresentante dell’azienda di Bologna. La questione era poi approdata in Consiglio Regionale, dove l’assessore leghista Nieddu aveva spiegato che «in conferenza l’Istituto Superiore di Sanità ha detto che (i test rapidi) non sono validati, così ci siamo fermati, siamo in una fase interlocutoria… siamo in contatto con un’altra ditta che è in grado di certificare una validazione migliore», anche a questo proposito, sempre la TEMA Ricerche ha smentito categoricamente la ricostruzione e valuta azioni legali a propria tutela.

“I sindaci sardi dichiarano di essere stati lasciati soli: dal Nord al Sud della Sardegna, i primi cittadini denunciano gravi carenze nelle comunicazioni da parte dell’ATS in merito alla positività dei propri concittadini al virus. Dai medici, poi, si levano fortissime proteste verso il bavaglio imposto al personale sanitario dall’Assessorato Regionale rispetto ai loro contatti con i giornalisti: le direttive regionali si scontrano con quanto previsto dall’articolo 21 della Costituzione e vanno contro il principio di trasparenza ma soprattutto contro il diritto dei cittadini di essere informati su quanto accade all’interno degli ospedali sardi“.

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