Nuoro. “Prato Sardo al collasso nell’indifferenza della giunta Soddu”

Sonia

Nuoro. “Prato Sardo al collasso nell’indifferenza della giunta Soddu”

mercoledì 04 Marzo 2020 - 12:19
Nuoro. “Prato Sardo al collasso nell’indifferenza della giunta Soddu”

La riunione di oggi a Prato Sardo

Zona Industriale di Prato Sardo al collasso: gli operatori della Zona oggi, insieme a Confindustria Sardegna Centrale hanno organizzato un incontro pubblico per chiedere un Consiglio Comunale urgente che fornisca risposte, ma sopratutto soluzioni.

Al tavolo il presidente degli operatori Giampietro Pitorra, il presidente e vice presidente di Confindustria Sardegna Centrale Giovanni Bitti e Giuseppe Mastio e il direttore di Confindustria Sardegna Centrale Luigi Mastio.

Il punto è perché nonostante due delibere di giunta non c’è stato ancora il passaggio del Consorzio industriale dalla Regione Al Comune? Quali sono gli ostacoli che non avviano l’iter burocratico? Risposte fin ora a quasi fine mandato dell’attuale amministrazione mai avute.

Gli operatori, infatti, sono attualmente soggetti a doppi oneri per il servizio utenza rifiuti: pagano sia il servizio Tari al Comune come utenza domestica sia  la quota associativa come aziende alla Regione.

L’unica strada percorribile è il passaggio totale delle competenze dalla Regione al Comune di Nuoro,  che si attende ormai da tempo e che non è stato attivato nonostante la presenza di due delibere di giunta che dovevano sancirlo.

La percezione diffusa è uno stato di abbandono ed una mancanza di chiarimenti su una situazione che definiscono “spaventosa”.

A sostegno della fattibilità e degli innumerevoli vantaggi che deriverebbero dalla competenza esclusiva del Comune c’è la disponibilità della Regione a coprire l’attuale disavanzo economico, debiti  e pendenze legali  del Consorzio per  un importo complessivo di circa  3 milioni di euro.

Non meno importante la seconda motivazione a sostegno della gestione interamente comunale:  il Consorzio ha 5 dipendenti che costano all’anno 700mila euro senza contare il  dirigente che percepisce uno stipendio di  136mila euro annuali.

«Solo con lo stipendio del dirigente potremmo permetterci due operai all’anno per la manutenzione ordinaria delle strade» ribadiscono gli operatori e aggiungono che sono cifre spropositate per un carrozzone che fin ora ha prodotto solo costi e non benefici.

Gli operatori ribadiscono anche che acquistare un lotto per fare impresa è impossibile perché tra i diversi oneri da pagare non costerebbe meno di 100mila euro, cifre impossibili per chi si accinge ad avviare un’impresa.

Il clima è un misto di rabbia ed incredulità: rabbia perché la soluzione è stata trovata e mai applicata ed incredulità davanti, appunto, alle ragioni della mancata applicazione, che non trovano spiegazione.

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