Nuoro. Discute in lingua sarda la tesi di laurea: ” Si può utilizzare anche in ambito accademico”

Sonia

Nuoro. Discute in lingua sarda la tesi di laurea: ” Si può utilizzare anche in ambito accademico”

giovedì 28 Novembre 2019 - 15:54
Nuoro. Discute in lingua sarda la tesi di laurea: ” Si può utilizzare anche in ambito accademico”

Maria Annunziata Giannotti

Quando l’appartenenza alla propria terra ed al suo linguaggio non è semplice appendice, non è la moda del momento, ma fluisce e scorre nelle vene succede questo: succede che, una donna, una professionista affermata e stimata nel proprio lavoro, realizzi un suo sogno, quello di discutere la propria tesi in lingua sarda.

La relatrice della tesi M. Annunziata Giannotti

La relatrice della tesi M. Annunziata Giannotti durante la discussione

La laurea è un titolo, un traguardo agognato ed ottenuto, come spesso accade, con sacrifici e dedizione e Maria Annunziata Giannotti non ha avuto dubbi: avrebbe utilizzato il sardo: «Non è stata una scelta difficile – ha precisato –  fa parte del mio essere, io penso in sardo e lo uso sempre, soprattutto nelle comunicazioni con la mia famiglia».

L’inflessione tipica nuorese anima il racconto della Giannotti e non sorprende scoprire sia l’autrice del  libro “Racconti di pane- memorie Santupredine”, dove ripercorre la storia dei suoi avi nel quartiere “cuore pulsante” della nostra città: San Pietro.

Il 21 novembre la nostra concittadina si siede davanti alla Commissione di Laurea, all’Università di Cagliari ed inizia la discussione per diventare dottoressa in Scienze della comunicazione; rigorosamente in “limba”, un primato di cui va orgogliosa.

La preparazione è stata meticolosa e precisa, con l’ausilio di due dizionari: quello Universale della lingua di Sardegna di Antonino Rubattu e quello Sardo-logudorese/italiano di Pietro Casu.

«C’era attinenza anche nei contenuti – ha spiegato la neo dottoressa – perchè, ad esempio, ho citato un film “Tempus de baristas” che è il primo film in lingua sarda della Produzione Isre».

Una sardità intrinseca che la donna ha voluto portare anche addosso, avvolta in uno splendido scialle ricamato di Oliena  ed un bottone di un costume ultracentenario di Burgos.

«Ora il bilinguismo va di moda, ma quando ero ragazzina – ha spiegato – era quasi un difetto esprimersi in lingua sarda, era considerato segno di chiusura»

Come avrà reagito la commissione a questa scelta “innovativa”?

«Pensavo erroneamente di trovare ostacoli, dato che due membri sono addirittura di un’altra nazionalità, invece ho riscontrato un vero interesse ed una sincera curiosità. Il mio relatore, il Professor Antioco Floris si è rivolto a loro in lingua sarda, anche per domandare “Si cheries fachere preguntas”.

Uno dei motivi della mia scelta – ha concluso Maria Annunziata Giannotti – è stimolare le nuove generazioni all’uso della lingua sarda anche in ambito accademico, è una cosa fattibile in ambito umanistico».

Fatima Becchere

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