Sanità Nuorese (e non solo) al capolinea: reparti in sofferenza e visite mediche prenotate al 2021

Sonia

Sanità Nuorese (e non solo) al capolinea: reparti in sofferenza e visite mediche prenotate al 2021

mercoledì 27 Novembre 2019 - 17:11
Sanità Nuorese (e non solo) al capolinea: reparti in sofferenza e visite mediche prenotate al 2021

L'ospedale San Francesco di Nuoro (foto S.Novellu)

Il problema della Sanità sarda presentato a Montecitorio dalla deputata Mara Lapia: «Solinas si faccia un nuovo giro negli ospedali».

I presidi sanitari nuoresi, -e non solo- presentano più di una criticità ed il malcontento dilaga tra manifestazioni di protesta, note stampa e sit-in.

I  52 sindaci del territorio hanno dichiarato la loro intenzione di restituire la fascia tricolore, uniti nella lotta per il diritto alla salute.

Ma quali sono le difficoltà che pazienti e personale incontrano con la Sanità del nostro territorio?

Come già illustrato da un nostro articolo di ottobre, uno dei problemi principali è la carenza di personale: il reparto di Chirurgia dell’ospedale San Francesco di Nuoro, ad esempio, si trova notevolmente sottodimensionato (APPROFONDISCI).

Dal settembre  scorso, infatti, tre chirurghi hanno lasciato l’unità operativa verso altri reparti di Chirurgia dell’Isola, mentre un altro medico, vincitore di concorso in un’altra sede, ha abbandonato.

Una situazione insostenibile, che ha portato il direttore del reparto De Nisco a spiegare in una nota che “con il personale ridotto a sei dirigenti più il direttore si potrà garantire con difficoltà solo l’urgenza. Di questo scenario apocalittico in molti dovranno rendere conto ai nostri pazienti e alla popolazione del centro Sardegna”.

Anche per i pazienti talassemici il futuro non è roseo: il rischio di chiusura del Centro trasfusionale dell’ospedale San Francesco è ancora  imminente a causa del personale medico insufficiente, con la disponibilità operativa solo di due professionisti (APPROFONDISCI).

Disagi continui per queste persone che convivono faticosamente con una malattia cronica, alle prese anche con la burocrazia, con prenotazioni urgenti senza l’accesso diretto ed animati dalla speranza di un’apertura del nuovo spazio trasfusionale, mai avvenuta.

La situazione non è rassicurante neppure all’Hospice, che lotta contro la carenza del personale infermieristico: infatti, nel 2019 è saltata con regolarità l’assistenza domiciliare per circa una trentina di pazienti residenti in tutto il Nuorese: da Macomer a Siniscola (APPROFONDISCI).

Recente e risalente ai giorni scorsi il sit in dei trapiantati di reni, che protestano contro la chiusura dell’ambulatorio Nuorese che li assiste durante le cure necessarie per vivere, sostenuti nella loro battaglia dai trapiantati di fegato, che sono invece già costretti a viaggiare perché non hanno un presidio d’assistenza nel territorio.

I disservizi sono dati anche dall’odissea nel prenotare una visita medica, liste d’attesa lunghissime, per Oculistica, ad esempio si arriva a marzo del 2021.

Ma la situazione non è rosea per tutta la Sanità sarda in generale è di oggi la notizia che è anche il centro trapianti dell’ospedale Brotzu di Cagliari sta rischiando la paralisi. Lo denuncia la capogruppo del M5s, Desirè Manca, ha presentato un’interrogazione per chiedere il dovuto sostegno alla sanità pubblica: ” Per la prima volta non era disponibile un’equipe medica di Urologia per il prelievo dei reni da un donatore di Sassari – denuncia – la motivazione di questa grave carenza di personale è dovuta al fatto che il progetto attraverso il quale viene finanziata l’attività dei trapianti è scaduto lo scorso aprile. Da allora i medici del Brotzu, l’unico ospedale sardo in cui vengono eseguiti i trapianti (di rene, pancreas, cuore, fegato) stanno lavorando senza ricevere alcun compenso, ovvero senza ricevere i dovuti incentivi previsti per questo tipo di attività extra I nostri professionisti d’eccellenza per mesi hanno continuato a lavorare senza compenso e a salvare la vita dei pazienti in lista d’attesa per un trapianto, svolgendo nel contempo l’attività chirurgica ordinaria».

Il problema è stato presentato ieri anche in parlamento dalla deputata nuorese la deputata Mara Lapia (M5S): «Solinas si è fatto garante della tutela delle nostre eccellenze e della nostra identità, sia coerente e non cerchi di svendere il nostro patrimonio all’ennesimo colonialista straniero che passa.Lo invito di nuovo a fare un giro con la sottoscritta, senza proclami, vetrine e passerelle, di reparto in reparto, a toccare con mano la situazione di tutti i nostri presidi ospedalieri per trovare insieme soluzioni e ridare dignità e speranza ai nostri malati, e a chi opera in trincea per garantire loro una qualità della vita accettabile».

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