Una storia dal sapore amaro approda alla nostra redazione; una storia ambientata in un paese del Marghine, in una casa dove si ritorna annualmente in vacanza, depositaria di attimi familiari e di ricordi.

Una madre con i suoi figli lascia la Sardegna per lavoro, ma torna periodicamente nella sua abitazione, un pezzo del suo cuore e della sua vita passata.

Un dettaglio della finestra forzata

Questa volta ad attenderla c’è uno scempio materiale ed economico, ma non solo: davanti a quella persiana danneggiata e a quel vetro sfasciato va in frantumi il valore intrinseco di ciò che è stato violato. La propria intimità familiare, i propri ricordi sono stati profanati da un gesto becero come il furto.

Oggetti anche di un certo valore economico appartenuti a suo marito, che non c’è più, sono spariti. Il furto, ovviamente, non l’ha impoverita materialmente, come tiene a precisare, ma ha suscitato, com’è naturale dopo un episodio traumatico, rabbia ed un enorme dispiacere.

La casa è come un tempio che è stato dissacrato e le parole della donna, non senza una certa fisiologica empatia, suscitano sdegno e riflessione: di certo la finestra sarà riparata ma certe sensazioni, davanti alla perdita delle cose che ci appartengono e che vengono meno o vengono danneggiate, resteranno per un bel po’.