Lodè. “Sa solidarietate est sa richesa manna de s’umanitate” per una solidarietà senza confini

Salvatore

Lodè. “Sa solidarietate est sa richesa manna de s’umanitate” per una solidarietà senza confini

sabato 16 Febbraio 2019 - 08:42
Lodè. “Sa solidarietate est sa richesa manna de s’umanitate” per una solidarietà senza confini

Lodè, murale di solidarietà ai pastori

Il 13 febbraio, giorno-simbolo della protesta dei pastori sardi, Lodè si è arricchita ulteriormente d’arte e di un profondo messaggio politico-sociale grazie ad un murale comparso lungo una delle arterie principali della villa medievale baroniese.
“Sa solidarietate est sa richesa manna de s’umanitate”. Poche parole che racchiudono le tante vicende succedutesi in questi giorni in tutta la Sardegna, che dal locale si espandono al globale e all’umanità intera. La solidarietà di un’intero paese e dell’intera isola espressa dall’arte, da un murale che nasce grazie alle mani di quattro artisti per raccontare la vicinanza al duro lavoro dei pastori, al loro mondo e all’estremo sacrificio dello sversamento dell’oro bianco, che contrasta con la scritta rosso sangue, atto a sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica.
Un vero e proprio manifesto culturale, un messaggio doloroso, ma al contempo chiaro, forte ed intriso di speranza, che si leva alto da un piccolo paese sardo grazie alla straripante forza dell’immagine, la quale è in grado di gridare al mondo un dramma che coinvolge sì, un importante settore econonomico, ma anche ampie fasce simbolico-sociali della Sardegna.
Un’opera nata per mezzo dell’impegno di Laura Deiana, Tiziana Contu, Giuseppe Casaleggio e Lucia Nanu, 4 muralisti lodeini che hanno voluto mettere in evidenza lo straziante gesto di un uomo che butta via il frutto del suo lavoro, un’azione estrema di protesta per attirare l’attenzione mediatica. Nel murale compare un pastore lodeino che versa per terra il latte; apparentemente solo, è invece sostenuto dal suo lavoro, dalla sua tradizione, dal suo paese e dalla sua amata terra, la Sardegna, raffigurati appena dietro di lui.
Un messaggio, come si diceva all’inizio, che attraversa i confini comunali e quelli sardi per urlare al mondo l’universalità di un valore spesso dimenticato dalla contemporaneità: la solidarietà di un popolo verso i propri lavoratori.

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