Omicidio Monni- Masala. “Gianluca non aveva nemici”: iniziata nella mattinata di oggi la requisitoria del PM Vacca

Sonia

Omicidio Monni- Masala. “Gianluca non aveva nemici”: iniziata nella mattinata di oggi la requisitoria del PM Vacca

martedì 09 Ottobre 2018 - 14:29
Omicidio Monni- Masala. “Gianluca non aveva nemici”: iniziata nella mattinata di oggi la requisitoria del PM Vacca

Il PM Andrea Vacca durante l'udienza (f .C.Nuoresi)

Sul movente, il Pubblico Ministero non ha dubbi. «Gianluca Monni non aveva nemici e non aveva avuto problemi con nessuno, eccetto uno: il litigio con Paolo Enrico Pinna».  Così il PM Andrea Vacca questa mattina, davanti ai giudici della Corte d’assise di Nuoro, ha cominciato la sua requisitoria nei confronti di Alberto Cubeddu, 22enne di Ozieri, anche lui sotto processo per gli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala, avvenuti tra il 7 e l’8 maggio 2015 (mentre Pinna, il cugino, è già stato condannato a 20 anni in due gradi di giudizio per entrambi gli omicidi.).

Ci sono prove schiaccianti sulla sua colpevolezza e, le richieste di condanna, sono attese nel tardo pomeriggio. La pubblica accusa ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato ai due delitti, consumati – dice il  PM- per ‘lavare’ nel sangue un’offesa subita dal cugino di Cubeddu, Paolo Enrico Pinna.

«È stato Cubeddu la mattina dell’8 maggio 2015 a scendere dalla Opel Corsa prelevata da Stefano Masala la sera prima, dopo aver fatto sparire il corpo del giovane, e a fare fuoco sullo studente: 3 colpi in rapida sequenza sparati da un fucile cal.12 – ha ricostruito il magistrato in aula – Subito dopo l’auto guidata da Pinna è partita a forte velocità verso l’uscita del paese. C’è una testimone oculare, una studentessa di Orune, che ha visto in faccia Cubeddu e lo ha riconosciuto dalle fotografie mostratele nell’immediatezza del delitto. La ragazza aspettava il pullman insieme a Gianluca Monni – ha precisato Vacca – ha riconosciuto Cubeddu seduto sul lato passeggero della Opel Corsa prima degli spari non mentre sparava. Ma poi le altre testimonianze dicono che il killer è sceso dal lato passeggero. Testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali: tutto – ha ribadito il magistrato – dá un quadro nitido della colpevolezza di Cubeddu. Comprese le conversazioni in chat con Paolo Enrico Pinna, ritrovate sul telefono di quest’ultimo ma cancellate dal telefono di Cubeddu in maniera selettiva, perché aveva tutto da nascondere».

Il movente è legato a una sera di dicembre 2014 (festa legata a Cortes Apertas). «Quando Pinna aveva importunato la ragazza dello studente e Monni aveva reagito insieme ai suoi amici – ha spiegato il magistrato – Poi il rientro di Pinna nella sala da ballo con una pistola che ha puntato alla testa di Monni, infine il pestaggio di Paolo Enrico Pinna da parte di Gianluca e degli amici che gli hanno portato via l’arma. Un’onta, secondo il PM, mai digerita da Pinna che nei mesi successivi aveva chiesto inutilmente di riavere indietro l’arma.

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