Sono diverse le ipotesi sul perché Richard abbia messo la mano nella bocchetta di aspirazione del sistema di filtraggio della piscina: la più probabile è che il bimbo cercasse di recuperare una palla o un giocattolo con cui si stava divertendo in acqua: infatti il polso del bambino era fortemente livido quando è stato recuperato da sott’acqua (dove sarebbe rimasto per oltre cinque minuti) da un turista tedesco che soggiornava nella struttura al momento della tragedia. Gli Inquirenti sono al lavoro per cercare di ricostruire nei dettagli la tragedia. Mancano testimoni oculari del momento esatto in cui il piccolo Richard Mulas è rimasto intrappolato sul fondo della vasca: attimi fatali per il bambino di 7 anni, morto annegato nonostante i medici del 118 abbiano tentato per più di un’ora di rianimarlo.
Sarà l’inchiesta della Procura di Nuoro a far luce sulla vicenda: si indaga per omicidio colposo. La sostituta procuratrice Ilaria Bradamante, titolare dell’inchiesta, dovrebbe conferire già in mattinata l’incarico al medico legale dell’ospedale San Francesco di Nuoro per l’autopsia sul corpo del piccolo. Ieri la pm, insieme al capitano dei Carabinieri della compagnia di Siniscola Andrea Leacche, ha eseguito un primo sopralluogo nel residence e messo sotto sequestro la piscina.
Ci sono già alcuni aspetti sui quali gli inquirenti stanno lavorando come la piscina dove il piccolo Richard Mulas è annegato non era controllata da un bagnino perché le sue dimensioni e la profondità, un metro e 20, non avrebbero richiesto, in base alla normativa, la presenza di un servizio di salvataggio. Un aspetto che la Procura di Nuoro sta ora verificando. La vasca è stata sequestrata e a breve un perito accerterà se tutto è stato fatto rispettando la legge. La piscina è condivisa da due strutture ricettive: il Rifugio di proprietà di un cittadino svizzero e Gli Ulivi di cui è titolare un cittadino di Orosei, Sergio Appeddu, che oggi in un’intervista rilasciata al Tg regionale della Rai Sardegna ha detto che la retina di protezione dello scarico sul fondo della piscina, dove ieri è morto il bambino di sette anni, era rotta. «Ce ne siamo accorti due o tre giorni fa – ha raccontato il gestore – Ma non pensavamo fosse un problema: bisognava proprio andare a cercare il pericolo. Non è possibile venire risucchiati mentre ci si passa davanti. C’è un buco di 40 cm e la mano di un adulto lì non ci entra». Intanto c’è stupore a Irgoli, il paese della Baronia dove il piccolo Richard viveva insieme al padre e alla madre ecuadorena – che stava lavorando nel residence dove è successa la tragedia – e alla sorella. Il sindaco ha sospeso tutte le manifestazioni e proclamato il lutto cittadino.
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