Sarule. Sindaci e comitati sul piede di guerra contro Abbanoa: «costi e disservizi inaccettabili»

Salvatore

Sarule. Sindaci e comitati sul piede di guerra contro Abbanoa: «costi e disservizi inaccettabili»

giovedì 01 Marzo 2018 - 21:55
Sarule. Sindaci e comitati sul piede di guerra contro Abbanoa: «costi e disservizi inaccettabili»

Sarule, l'incontro sull'uscita da Abbanoa

Si è tenuta, ieri, a Sarule un’assemblea di protesta composta dai sindaci del territorio con l’appoggio dei comitati popolari di Sarule, Siniscola, Buggerru, Torpé, Monte Ortobene e Orgosolo.

Si allarga la protesta dei Comuni contro Abbanoa, il gestore unico delle risorse idriche in Sardegna. Un gruppo di sindaci del Nuorese, appoggiato dai comitati popolari,

Presenti all’incontro il sindaco di Nuoro Andrea Soddu e il presidente regionale dell’ANCI Emiliano Deiana, che però ha rimarcato di essere presente a Sarule solo  “per ascoltare” e fare un breve intervento in difesa dell’attività dell’ANCI a favore della class action contro Abbanoa.

Sarule, l'incontro sull'uscita da Abbanoa

Sarule, l’incontro sull’uscita da Abbanoa

«Ci siamo riuniti per decidere il da farsi, anche perché i costi e i disservizi di Abbanoa non sono più accettabili» – ha detto il sindaco del paese ospitante Mariangela Barca, e il concetto è stato ribadita poi dai membri di ogni comitato – chiediamo che le quote di maggioranza del gestore passino ai Comuni, così come ha chiesto l’ANAC, dichiarando illegittima la posizione della Regione che detiene le quote di maggioranza nella società. Alle nostre rimostranze la Regione ha risposto con una leggina che rinvia il problema al 2020, ma noi vogliamo risposte immediate».

«Chiediamo – prosegue il sindaco di Sarule – il decentramento delle risorse tecniche e umane perché Abbanoa sia più vicina ai territori, visto che è in atto un processo di accentramento a Cagliari. Infine vogliamo ribadire che ci opponiamo alla privatizzazione: no all’acqua in mano ai privati, ci ricatterebbero in qualsiasi momento».

«La Regione – incalza Simonetta Satta, del comitato popolare di Sarule – riveda la normativa perché la gestione dell’acqua in Sardegna venga affidata a consorzi di Comuni. Crediamo che l’Ambito unico sia stato un fallimento e noi cittadini paghiamo un prezzo molto alto: in termini di costi e di servizi».

Tra gli interventi di maggior rilievo anche quello del presidente del Comitato Monte Ortobene, Ciriaco Offeddu, che ha posto in luce il finanziamento obbligazionario da 180 milioni di euro che «da una lettura del contesto altamente fallimentare della società Abbanoa proietta la società verso una cessione a Privati dei servizi e delle infrastrutture impedendo così ai sardi di rivendicare qualunque diritto sulla propria fornitura dell’acqua, prospettando la “tenuta in ostaggio” le infrastrutture per la raccolta, la depurazione e la distribuzione dell’acqua».

Il dottor Franco Floris, del comitato di Siniscola, ha evidenziato «lo stato clinico delle acque definite “potabili” dalla società, mentre Leonardo Marras del comitato di Torpè, alla fine di un intervento di denuncia contro la fallimentare gestione del cantiere sulla diga del lago Maccheronis, e del recente svuotamento delle acque ben sotto i livelli di guardia, ha avanzato la proposta di un piano per il collegamento degli invasi».

Non è esclusa, a questo punto, una marcia su Cagliari per rivendicare la gestione diretta dell’acqua.

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