Colpo di scena, nel corso dell’udienza odierna per l’assenza del principale protagonista di questa intricata vicenda, Pietro Paolo Pinna, già condannato per il duplice omicidio e che, su suggerimento del proprio avvocato Angelo Merlini, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Nella mattinata di oggi, sul banco dei testimoni è salito il dirigente della Questura di Nuoro Roberto Secchi, che si occupa dei reati contro la persona: il giorno del delitto di Gianluca Monni, il poliziotto si recò sul luogo a supporto delle indagini. In seguito, Secchi ricevette da una persona una confidenza importante sulla sorte di Stefano Masala che lui annottò in un rapporto ma che, per ragioni di sicurezza e segretezza, secondo le disposizioni di legge, non è stata rivelata in aula.
Su questo punto c’è stato un duro scontro tra l’avvocato della Difesa Patrizio Rovelli e il pubblico Ministero Andrea Vacca. Rovelli, che in qualche modo ha fornito l’indizio che la confidenza riguardasse il ragazzo di Nule scomparso la sera del sette maggio 2015, si è avvalso del diritto alla controprova utile per acquisire importanti elementi per l’assoluzione di Alberto Cubeddu. Alla fine l’arringa di Rovelli, però, non ha raggiunto l’obiettivo e la confidenza non è stata rivelata.
Subito dopo è stata la volta dello zio di Alessandro Taras, Pier Giuseppe. Nel corso dell’udienza è stata fatta sentire un’intercettazione telefonica tra lo zio e il nipote. Alessandro, nel corso di quella conversazione telefonica – tenutasi in sardo, ha riferito allo zio di aver saputo, per vie informali, di essere uscito dalle indagini e che la notizia sarebbe stata ufficializzata a distanza di qualche settimana. L’avvocato Doneddu ha cercato di capire se questa informazione, rivelata nell’ambito della telefonata, cronologicamente fosse collocabile prima o dopo l’incidente probatorio.
Si è potuto assistere poi alla testimonianza della dottoressa che l’8 maggio scorso ha effettuato la visita medica su Cubeddu (cui sono state chieste informazioni riguardo la durata della visita e i tempi di prenotazione) e della fidanzata di Piergiorgio Massaiu, un 24enne di Buddusò indagato durante l’incidente probatorio per aver avuto contatti telematici con i cugini Pinna e Cubeddu. «Nell’aprile del 2016 – ha raccontato nell’udienza di oggi la fidanzata – mi contattò tramite sms Pietro Paolo Pinna chiedendomi se poteva avere il numero del mio compagno. Io mandai a Giorgio lo screen shot di questo messaggio e lui mi autorizzò a fornirgli il numero telefonico». «Questi ragazzi (Pinna e Cubeddu ndr) io non li ho mai conosciuti personalmente – ha affermato la fidanzata di Massaiu – ma solo in seguito, quando vidi le foto degli arresti sui giornali, ho capito chi fossero».
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