Sciopero nazionale dei medici, per la ASSL l’adesione non supera il 20%. Scettica la CGIL

Sonia

Sciopero nazionale dei medici, per la ASSL l’adesione non supera il 20%. Scettica la CGIL

mercoledì 13 Dicembre 2017 - 13:01
Sciopero nazionale dei medici, per la ASSL l’adesione non supera il 20%. Scettica la CGIL

Un sit in al San Francesco di Nuoro degli operatori sanitario di febbraio scorso

I numeri dell’Area sanitaria locale di Nuoro parlano chiaro: su 550 dirigenti medici e veterinari in organico hanno aderito allo sciopero nazionale del 12 dicembre in 135. Nel dettaglio i dirigenti medici aderenti alla protesta sono stati 69 su 457, mentre i dirigenti veterinari ammontano a 66 su 93 unità. Solamente 3 su 81, invece, le adesioni arrivate dai dirigenti dell’area sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa.

I dati parlano di un’adesione alla sciopero che non supera il 20%. Una cifra in controtendenza con le percentuali nazionali, dove si sono registrare punte di partecipazione che hanno toccato anche l’80%.

All’origine di numeri così bassi, però, si nasconderebbe una situazione già di per sé problematica. Secondo il segretario della Funzione pubblica CGIL, Sandro Fronteddu, i dati non terrebbero conto né dei medici precettati né della grave situazione relativa all’organico sotto dimensionato rispetto alle reali esigenze.

«Il 20% che loro raccontano è lontano dalla realtà. I dati non sono credibili perché negli ospedali nuoresi l’emergenza è la normalità. Dovendo garantire i servizi primari, nonostante l’adesione allo sciopero, molti medici sono stati costretti a lavorare per garantire i contingenti minimi, L’organico già ridotto all’osso fa si che le adesioni alla protesta sembrino basse, ma non è così. Inoltre, non si tiene conto neanche di chi era in malattia o in ferie».

La lettura dei dati diventa problematica anche per l’assenza dei numeri scorporati per reparto: «un conto è l’adesione alla protesta in chirurgia – spiega Fronteddu – un conto è l’adesione negli ambulatori diagnostici. Se in chirurgia si raggiungono alti numeri è evidente che l’emergenza sia più grave».

Sanità praticamente assente dalla legge di bilancio 2018, risorse fantasma e stallo sul rinnovo del contratto nazionale. Per questo i medici e i veterinari hanno incrociato le braccia in tutte strutture sanitarie del Paese.

«L’insufficienza di risorse economiche – denunciano le organizzazioni mediche – rende ormai difficile mantenere i risultati di salute conseguiti e provocano un aumento della spesa privata, che ormai lega il diritto alla salute al censo, con l’eccezionale incremento di diseguaglianze territoriali».

La Sanità pubblica, evidenziano i sindacati «rappresenta un grande patrimonio civile, sociale e professionale che esprime la coesione sociale del Paese e i valori dei suoi professionisti. Professionisti che oggi assumono su di sé l’onere di difenderla e riqualificarla. Senza fermarsi, fino a quando la sanità e il suo patrimonio professionale – costituito dai medici, veterinari, farmacisti e dirigenti sanitari che hanno scioperato – non saranno riammessi nell’agenda del governo e un nuovo contratto venga a definire condizioni di lavoro più dignitose e sicure per tutti i lavoratori e gli assistiti».

Sabrina Fara

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