Tangente da 90 milia euro per un impianto di energia rinnovabile a Nuoro: 5 arresti

Sonia

Tangente da 90 milia euro per un impianto di energia rinnovabile a Nuoro: 5 arresti

martedì 03 Ottobre 2017 - 10:00
Tangente da 90 milia euro per un impianto di energia rinnovabile a Nuoro: 5 arresti

L'operazione della Guardia Finanza

In manette anche l’ex sindaco di Quartu e coinvolto anche l’ex portiere Copparoni

L’accusa è pesante, secondo la Guardia di Finanza di Cagliari avrebbero pagato  una tangente da circa 90 mila euro per vincere un appalto da 9,5 milioni di euro per la progettazione e l’esecuzione di un impianto di produzione di energia rinnovabile solare nell’ex area  industriale di Ottana.

Per questa operazione illecita nel mirino delle Fiamme gialle del nucleo di polizia tributaria di Cagliari questa mattina sono finiti in manette per corruzione cinque persone.

Ai domiciliari  Davide Galantuomo, 56 anni, ex presidente dell’Ente acque Sardegna che avrebbe intascato una parte della tangente (ed ex sindaco di Quartu Sant’Elena); Gianni Lolli, 64 anni di Modena, dirigente del consorzio che si aggiudicò l’appalto; Luigi Betti di Forlì; Salvatore Paolo Pinna, 54 anni, già finito nella maxi inchiesta sugli appalti truccati della Procura di Oristano e l’ex calciatore Renato Copparoni, 64 anni, che è stato il portiere di Cagliari, Torino e Verona.

L’indagine che oggi ha fatto finire ai domiciliari cinque persone riguarda una parte della maxi inchiesta della Procura di Oristano sugli appalti truccati in Sardegna. Nel corso delle intercettazioni telefoniche e ambientali, infatti, sono emersi i particolari del pagamento della tangente.

I soldi, secondo quanto accertato dagli investigatori del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Cagliari e Oristano, sarebbero stati spartiti tra Davide Galantuomo, Salvatore Pinna, che avrebbe emesso una fattura falsa alla cooperativa che doveva aggiudicarsi l’appalto, e Renato Copparoni, che avrebbe svolto il ruolo di intermediario.

Una prima trance sarebbe stata da 89 mila euro di una tangente complessiva da 135 mila:  la mazzetta  sarebbe stata pagata dal dirigente Gianni Lolli  e da Luigi Betti.

Secondo quanto emerge dalle 70 pagine dell’ordinanza la “turbativa può essere desunta dalle modalità di indizione del bando di gara e dagli incontri tra gli odierni indagati”.

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