La Sardegna migliora la produzione vinicola rispolverando antichi vitigni

Salvatore

La Sardegna migliora la produzione vinicola rispolverando antichi vitigni

giovedì 21 Settembre 2017 - 17:54
La Sardegna migliora la produzione vinicola rispolverando antichi vitigni

Grappoli d'uva in un vigneto nei pressi di Orgosolo (foto S.Novellu)

Un gran numero di vitigni, spesso veri e propri unicum, coltivati e vinificati a livello mondiale solo in Sardegna, sono stati recuperati da Agris e ora potranno essere capaci di migliorare e diversificare il vino prodotto nell’Isola. I vitigni, recuperati dal progetto Akinas, illustrato a Cagliari nell’ambito della prima edizione del progetto “Territori del vino e del gusto”, rappresentano un’ulteriore possibilità di sviluppo di nuovi prodotti enologici e di marketing di quelli esistenti.

Il convegno ha dato l’occasione per stilare un bilancio della rassegna organizzata dall’assessorato regionale del Turismo in collaborazione con l’assessorato dell’Agricoltura, col supporto delle agenzie regionali Laore e Agris e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, delle quattro Strade del Vino della Sardegna e del Consorzio di tutela del Carignano.

“Chiudiamo questa prima edizione – ha detto l’assessora del Turismo, Barbara Argiolas – con la consapevolezza che l’incrocio tra il nostro patrimonio culturale con quello produttivo può diventare un valore aggiunto per la Sardegna, grazie alla storia millenaria del vino nell’isola e al lavoro che la Regione sta mettendo in campo per avere vigneti sempre più produttivi e curati e favorire al ritorno dei giovani all’agricoltura grazie a progetti di qualità legati al vino”.

Per l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, “turismo, agricoltura e produzioni agroalimentari, espressione dei diversi territori dell’Isola, sono il modo migliore per raccontare la Sardegna in tutto il mondo. Milioni di turisti sono alla ricerca di esperienze uniche e nuove. Di viaggi che li accompagnino nella ricerca di storie, alimenti tipici e identità delle terre che li accolgono”.

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