Agricoltura sarda in ginocchio. Coldiretti Nuoro-Ogliastra: intervenga la Regione

Salvatore

Agricoltura sarda in ginocchio. Coldiretti Nuoro-Ogliastra: intervenga la Regione

lunedì 29 Maggio 2017 - 06:01
Agricoltura sarda in ginocchio. Coldiretti Nuoro-Ogliastra: intervenga la Regione

L’agricoltura è in ginocchio: remunerazione dei prodotti da fame, calamità naturali straordinarie, premi comunitari in ritardo, incendi, fauna selvatica fuori controllo, tabelle del gasolio agricolo inadeguate, ancora blocchi di movimentazione a causa della peste suina. Un dramma dopo l’altro che si sono succeduti negli ultimi mesi contro un comparto debole e allo stremo, come ha dimostrato la manifestazione del 1° febbraio a Cagliari, con 5 mila allevatori, agricoltori e pescatori che palesarono forte malumore.

PASTORI. I pastori sono sul lastrico e pagano colpe, incapacità e speculazioni di altri. Il latte a 50 centesimi al litro non copre i costi di produzione e rischia di mandare gambe all’aria l’intero settore.

Coldiretti ha denunciato a più riprese questa situazione chiedendo al mondo della trasformazione i dati di produzione, presupposto per un seria programmazione dei formaggi. Per l’ennesima volta, invece, nonostante il prezzo del Pecorino romano avesse raggiunto quote record, si è assistito alle solite speculazioni e si stanno subendo le fluttuazioni del prezzo. E il solito pastore, accusato ingiustamente lo scorso anno di produrre troppo latte, è l’unico a pagare questa crisi, la peggiore degli ultimi 35 anni, che rischia sul serio di far chiudere gli ovili.

La Coldiretti ha costruito collaborazioni e progetti per poter dare un segnale ai pastori e al mercato. Una è l’accordo con la più importante azienda di trasformazione casearia del Piemonte, leader in Italia nella produzione e commercializzazione di formaggi e prodotti caseari, che sta acquistando dalla Cooperative degli Allevatori Sulcitani il Pecorino romano a un prezzo etico di 6,20 euro al kg (il prezzo in piazza oggi è sotto i cinque euro). Un patto di filiera che garantisce un dignitoso prezzo del latte anche ai pastori. Si trova già in commercio il formaggio grattugiato Biraghi che riporta l’etichetta: Prodotto solidale; questo pecorino paga il giusto prezzo ai pastori.

L’altra iniziativa è quella del Giro d’Italia del Pecorino, in cui si sono coinvolti tutti i Comuni sardi all’acquisto di tre forme di Pecorino romano, sempre al prezzo etico di 6,20 euro al kg; ma non basta di certo, serve un forte e determinato intervento della Regione che dia innanzitutto attuazione ai 14 milioni approvati, sotto la spinta della manifestazione del 1 febbraio, nella legge di stabilità 2017 per il settore ovicaprino.

SICCITÀ. È la drammatica realtà di queste settimane che ha già messo in seria difficoltà tutti i settori dell’agricoltura sarda e che potrebbe rappresentare il colpo di grazia definitivo se non ci sarà un immediato intervento della politica Regionale.

Le precipitazioni stanno facendo registrare record negativi. Secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea, a marzo e aprile le precipitazioni si sono praticamente dimezzate in tutta Italia: sono state inferiori rispettivamente del 53 e del 47,4% rispetto alla media. Sotto la media sono state lungo tutto l’inverno con un picco negativo a dicembre: – 67%. Oltre ai dati è sotto gli occhi di tutti la difficoltà che si sta vivendo nelle campagne sarde a causa della siccità e che presto, continuando di questo passo, interesserà tutta la popolazione sarda. Eccetto chi ha la possibilità di intervenire con l’irrigazione (a quali costi e per quanto tempo? Molti bacini sono già a secco) il resto del territorio sardo va verso la desertificazione. I raccolti dei cerealicoltori sono ai minimi storici (tantissimi rinunceranno al raccolto); i pascoli sono già radi e hanno costretto pastori e allevatori ad intervenire con le poche scorte del fieno e dovranno comprarne altro a prezzi alle stelle; ma in sofferenza ci sono già i boschi, i vigneti, gli oliveti e i frutteti, gli orti e tutte le colture in campo.

Questa siccità avrà delle pesanti ripercussioni non solo nell’immediato ma anche per la prossima annata: le mancate produzioni costringeranno comunque gli imprenditori agricoltori ad approvvigionarsi delle scorte necessarie alle aziende, e lo dovranno fare con i costi (cari) aggiuntivi dei trasporti, visto che dovranno fornirsi fuori dall’isola.

INCENDI. L’estate scorsa il fuoco ha bruciato migliaia di ettari di bosco, lasciando il bestiame senza pascoli, oltre ad aver abbattuto le recinzioni, danneggiato strutture e compromesso frutteti, vigneti e oliveti e ucciso animali.

GELATE E NEVE. Gli imprenditori agricoli hanno e stanno pagando di tasca propria i danni causati dalle gelate e dalla straordinaria neve di gennaio. Calamità naturali che hanno colpito pesantemente il comparto allevatoriale, con perdita di animali e grosse quantità di latte (oltre a tutte le altre conseguenze che ne sono derivate anche dal punto di vista sanitario) e quello agricolo, oltre al patrimonio boschivo. Le gelate tardive di aprile hanno fatto il resto, colpendo in particolare frutteti e vigneti che in molti casi hanno visto compromesso il raccolto di questa annata.

GASOLIO. Le tabelle di assegnazione del gasolio agricolo non sono parametrate alle esigenze reali delle aziende agricole (in particolare per i carciofai e gli orticoltori) ed il nuovo software per caricare i libretti ha allungato a dismisura i tempi: serve oltre un’ora per compilare un libretto rispetto ai dieci minuti del passato. La conseguenza è che gli agricoltori per lavorare stanno acquistando il gasolio dal distributore a prezzi doppi rispetto all’agevolato: 1,40 euro al litro anziché 0,70. L’elenco dei problemi è lungo e questi esposti sono solo la punta dell’iceberg.

Allevatori e agricoltori sono in ginocchio, per questo si appellano alla Regione affinché metta immediatamente in campo tutti gli strumenti possibili, ordinari e straordinari, per arginare una deriva che rischia sul serio di mandare sul lastrico il comparto agricolo. Non è più prorogabile il riconoscimento dello stato di calamità naturale con l’applicazione di tutte le direttive previste dal decreto legislativo 102.

Lo sblocco dei premi comunitari, i cui ritardi cronici, stanno trasformando sempre più spesso gli aiuti comunitari in un pesante fardello per l’economia e la programmazione delle aziende agricole. Continuità territoriale delle merci che garantisca il trasporto in nave a costi agevoli soprattutto in un annata come questa in cui si dovrà importare gran parte delle provviste di fieno. Istituzione di una commissione di tecnici per dirimere le anomalie delle domande comunitarie pregresse che stanno bloccando milioni di euro. Blocco delle cambiali agrarieBuoni per l’acquisto di mangimi e foraggiDeroghe per le aziende in biologico.

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