Un resort in Ogliastra, ville in Gallura e conti bancari: ecco come la banda “riciclava” il denaro sporco

Sonia

Un resort in Ogliastra, ville in Gallura e conti bancari: ecco come la banda “riciclava” il denaro sporco

lunedì 19 Dicembre 2016 - 13:03
Un resort in Ogliastra, ville in Gallura e conti bancari: ecco come la banda “riciclava” il denaro sporco

Gli arrestati: Roberto Serra, Nicolò Bellu, Tania Serra e Silvana Conti

Attraverso le rispettive mogli, un fittizio imprenditore e l’amico commercialista, Olianas e Arzu “lavavano” i soldi delle rapine e dei traffici di droga

Un resort da favola situato a Cardedu in Ogliastra, 6 appartamenti sulla costa gallurese, un’autovettura e un motociclo, conti bancari e polizze assicurative. Questo il patrimonio da 15 milioni di euro di Giovanni Olianas, ex vicesindaco di Villagrande Strisaili, e del pluripregiudicato Luca Arzu, considerati i capibanda del gruppo degli assalti al portavalori e in carcere per questo motivo dal 19 marzo scorso.

L’operazione di oggi, condotta dalle Fiamme gialle di Nuoro in collaborazione con la Polizia di Cagliari, conclude il secondo capitolo di una ventennale attività illecita, di cui fa parte anche quella  dell’assalto ai portavalori e che ha portato all’arresto, la primavera scorsa, oltre che dei due capibanda anche di altre 23 persone.

Le immagini del resort in Ogliastra sequestrato oggi

Oggi, nel corso di una conferenza stampa a Cagliari, sono stati illustrati tutti i dettagli dell’indagine che hanno permesso di apporre i sigilli ai beni milionari.

L’attività investigativa finalizzata all’accertamento degli spostamenti dei flussi di denaro, è durata due anni; parallelamente, le Forze dell’Ordine attraverso appostamenti, pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche hanno incastrato non solo Olianas e Arzu, già in carcere, ma anche le rispettive consorti Silvana Conti e Tania Serra, Nicolò Pasquale Bellu, commercialista e Roberto Serra. imprenditore, finiti oggi agli arresti domiciliari con l’accusa di riciclaggio di danaro sporco provento delle rapine a mano armata e dei traffici di droga.

OLIANAS: Nel corso della conferenza è stato evidenziato come Olianas, rispetto al “collega” Arzu si sia sempre mostrato più prudente. L’ex vicesindaco, infatti, non ha mai ostentato un tenore di vita al di sopra delle proprie possibilità ufficiali, ossia le entrate dichiarate al fisco.

Uno stipendio fisso da impiegato forestale, qualche gettone di presenza per l’attività politica, una casa dignitosa ma senza sfarzi, una macchina vecchia di dodici anni e qualche gita in montagna: nessuna particolare esagerazione, insomma; tutto per non “dare nell’occhio”. A tradirlo, però, sono state alcune piccole disattenzioni che le Fiamme Gialle hanno colto tra le righe di migliaia di pagine di documenti bancari. È parso davvero strano, infatti, agli investigatori che Olianas, nonostante i tre figli e una moglie casalinga da mantenere, non effettuasse mai prelievi dal conto corrente sul quale gli veniva mensilmente accreditato lo stipendio da lavoratore dipendente. In realtà, quelle risorse non venivano toccate perché il denaro necessario al sostenimento delle spese quotidiane era già disponibile in contanti, nascosto tra le mura domestiche dentro buste sigillate.

Il suo compare Roberto Serra., l’imprenditore ed ex avvocato, al quale era affidata la gestione del complesso residenziale sequestrato oggi,lo aveva messo in guardia più volte, suggerendogli di prelevare un tot. al mese, almeno 400 euro, come ricostruisce la Guardia di Finanza in base anche alle intercettazioni ambientali e telefoniche: “Te l’ho sempre detto e non tre mesi fa, te l’ho sempre detto, spendilo non lasciarlo fermo così, non devi lasciarlo, perché ti diranno, tu hai una famiglia…fanno due conti, non è verosimile, lei ha tre figli, bo….a carico…da dove li tira fuori i soldi per campare…”.

Ma come avveniva il riciclaggio del denaro sporco? Secondo le indagini condotte dalle Fiamme Gialle e dalla Polizia, Giovanni Olianas, era il proprietario occulto della società alla quale faceva capo il complesso alberghiero “Ogliastra beach”  impiegato con l’ausilio della propria consorte casalinga  Silvana Contu per “lavare” attraverso la società a lei intestata Calalunas, il guadagno delle rapine. S.R. invece era il prestanome di Olianas e aveva il compito di acquisire le ingenti somme di danaro sporco da rimettere in circolazione.

Il sodalizio tra Olianas e Roberto Serra inizio nel 1988, quando il primo cominciava la propria carriera criminale mentre il secondo era uno studente 24enne nullatenente e disoccupato, che però acquistò 40 ettari di terreno, sul quale è stato costruito il resort per 400 milioni di lire.

I due evitavano i contatti fra loro, a tradire Roberto Serra però è stato il fatto che si rivolgeva ad Olianas per i motivi più disparati, solo qualche mese prima dell’arresto del compare, il fittizio imprenditore si era rivolto all’ex sindaco affinché gli procurasse una pistola dotata di silenziatore da utilizzare per regolare un conto in sospeso.

LUCA ARZU: A completare il puzzle dell’attività di riciclaggio, infine, c’è il ruolo dell’altro capobanda, il pluripregiudicato Luca Arzu che assieme alla moglie Tania Serra e il commercialista Nicola Pasquale Belloi smaltivano l’altra parte del denaro sporco.

Arzu era più spregiudicato del collega: un alto tenore di vita, spese folli, soggiorni a Venezia e settimane bianche in località sciistiche da urlo ingiustificati, se si considera che nella sua dichiarazione dei redditi venivano denunciate poche migliaia di euro all’anno tra cui c’erano anche le entrate da detenuto percepite dal 2002 al 2010.

Arzu, i soldi sporchi oltre ad impiegarli per soddisfare i capricci suoi e della famiglia, li investiva per la ristrutturazione di appartamenti, ville e per investimenti all’estero attraverso l’amico commercialista, per la stipula di polizze assicurative e per l’acquisto di mobili di pregio, di macchine, moto e di capi di abbigliamento rigorosamente griffati.

Una vita, quindi, fatta di vizi e stravizi; ma anche di paradossi: come quando, per ottenere sconti sulla retta della mensa scolastica del figlio, i coniugi Arzu non hanno resistito alla tentazione di farsi rilasciare una certificazione ISEE minimale.

La compagna di Arzu Tania Serra invece, in più occasioni, ha collaborato al “lavaggio” del denaro “sporco” derivante dalle rapine attraverso l’accensione di conti correnti a favore di una società lettone del convivente, movimentazioni di contanti anche all’estero mediante Money Transfer e pagamenti di effetti cambiari.

Singolare, infine, lo stratagemma architettato da Arzu al fine di giustificare formalmente l’altra parte della disponibilità di denaro: quello di farsi assumere, solo sulla carta, come impiegato a tempo indeterminato da Nicola Pasquale Belloi,  il commercialista “amico”. L’assunzione non rappresentava un onere economico per il commercialista che, per il conoscente non doveva sostenere alcuna spesa: era, infatti, lo stesso Arzu a consegnargli il denaro (in contante, frutto di rapine) che poi provvedeva a bonificargli, a titolo di stipendio, poco dopo.

Per gli arrestati le misure cautelari sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dott.ssa Cristina Ornano, su richiesta del Sostituto Procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, Dottor Danilo Tronci, che ha coordinato le indagini.

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