Uno speciale di tre giorni per scoprire e conoscere i tesori del territorio
È stato presentato ieri, in occasione di una conferenza stampa, dal vice sindaco – assessore alla Cultura Sebastian Cocco, Agostino Cicalò della Camera di Commercio, Roberto Bormioli dell’Associazione Industriali, Marco Giuseppe Zoppi della Fondazione Sardegna e da Francarosa Contu dell’ISRE nel cortile della casa natale di Grazia Deledda, “Weekend con Grazia Deledda”.
Si tratta di uno speciale tre giorni nei musei del Distretto Culturale Nuorese che prevede un viaggio itinerante per scoprire e conoscere i tesori del territorio e che invita i visitatori in base alle loro curiosità e preferenze, nei giorni di 23, 24, 25 settembre a un percorso individuale o da condividere, nei più bei luoghi della cultura, alla ricerca della storia, della memoria, delle tradizioni, delle radici sulle tracce del Nobel Grazia Deledda, avendo come compagna di viaggio proprio la grande scrittrice nuorese, che nel 1926 ottenne il grande riconoscimento internazionale.
Ma la cultura, in tempi come quelli che attualmente stiamo vivendo, può essere anche motivo di ricaduta economica, lo ha detto a chiare lettere Agostino Cicalò: «La cultura – ha ribadito il rappresentante della Camera di Commercio -, in senso stretto è in grado di produrre economia. Nuoro è l’“ Atene Sarda” – ha ribadito-, cerchiamo di ravvivarla a renderla più tangibile, in modo che la città sia un luogo dove i visitatori vengano a scoprire e a trovare momenti di cultura e momenti di rappresentazione museale che sta diventando sempre più importante ».
L’avvenimento “Weekend con Grazia”, attende i visitatori a: Nuoro, Museo del Costume, Museo Casa di Grazia Deledda, Museo MAN e Museo Ciusa; Bitti, Museo del Canto a Tenore e Museo della Tradizione Contadina; Cala Gonone (Dorgali), Acquario di Cala Gonone; Mamoiada, MAMU Sistema museale (Museo delle Maschere, MATer Museo dell’Archeologia e del Territorio, Museo della Cultura e del Lavoro); Orani, Museo Nivola; Tiana, Gualchiera. Museo di archeologia industriale all’aperto.
Michele Pintore
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