Fondi illeciti al Gruppo Misto: il PM chiede 14 condanne dai 2 ai 7 anni

Sonia

Fondi illeciti al Gruppo Misto: il PM chiede 14 condanne dai 2 ai 7 anni

martedì 31 Maggio 2016 - 06:15
Fondi illeciti al Gruppo Misto: il PM chiede 14 condanne dai 2 ai 7 anni

Il Palazzo del Consiglio della Regione Sardegna (foto S.Novellu)

Il Magistrato:«gli imputati arrivavano a 18 mila euro al mese con i fondi del gruppo»

Una raffica di richieste di condanna tra i due anni e due mesi e i sette anni di reclusione, pena più alta richiesta per l’ex consigliere del Psd’Az Giuseppe Atzeri, accusato oltre che di peculato aggravato anche di mobbing dall’ex funzionaria del Consiglio regionale Ornella Piredda.

Dopo tre udienze, si è chiusa nella tarda mattinata la requisitoria del pm Cocco al processo sull’utilizzo illecito dei fondi destinati al Gruppo Misto della XIII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna. Il magistrato che ha coordinato la prima inchiesta sui fondi (poi ne sono arrivate altre che hanno coinvolto altri gruppi anche della XIV legislatura con quasi 80 consiglieri regionali indagati) ha chiesto dunque 7 anni di carcere per Atzeri, 5 per Mario Floris – leader dell’Uds e attualmente consigliere – e Maria Grazia Caligaris, 4 per Carmelo Cachia, Oscar Cherchi, Salvatore Serra, Sergio Marracini, Raffaele Farigu; 3 anni per Tore Amadu, i fratelli Alberto e Vittorio Randazzo, mentre per Giommaria Uggias e Pierangelo Masia e Mondino Ibba il pm ha sollecitato 2 anni e due mesi. L’inchiesta è legata all’utilizzo dei soldi destinati alle attività del gruppo che, secondo la Procura, sarebbero invece stati spesi illegittimamente dagli imputati che ricevevano ogni mese altri 2500 euro. Ma proprio da questa inchiesta sui fondi, la prima nata in Italia dopo la denuncia della dipendente Ornella Piredda, ne sono nate anche altre rivolte ad altri gruppi consiliari e alla legislatura successiva.

«I consiglieri regionali imputati attraverso i fondi del gruppo arrivavano alla considerevole somma di 18 mila euro al mese. Quella emersa è una realtà disarmante di un’attività degenerata, dagli elementi riscontrati è possibile stilare una guida dei migliori ristoranti, alberghi e piatti, tutti pagati con i soldi del gruppo».

È uno dei passaggi della requisitoria del pm Marco Cocco, stamani in tribunale a Cagliari nel processo a carico dei 14 politici della legislatura dal 2004 al 2009 del Consiglio regionale della Sardegna.

«Altri consiglieri, come Paolo Maninchedda e Pietro Pittalis – ha osservato poi il pm – che mostravano di non accettare questo andazzo, non mostravano invece di voler cambiare le cose o comunque non ci riuscivano».

Il magistrato dell’accusa ha sottolineato il clima di connivenza che si respirava anche tra il personale del gruppo. «I dipendenti – ha aggiunto – dal canto loro, potevamo vivere una vita tranquilla all’ombra del potere. Quanto più si era compiacenti, meno si avevamo rischi di non vedersi rinnovare i contratti. La signora Piredda ha mandato all’aria questo sistema, un orologio svizzero, ammantato di una facciata di regolarità e precisione. Quando la signora Piredda ha sollevato questioni è iniziata per lei la stagione dell’incubo»

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