Un muro d’omertà ha ostacolato le indagini sull’omicidio di Gianluca Monni e sulla scomparsa di Stefano Masala

Sonia

Un muro d’omertà ha ostacolato le indagini sull’omicidio di Gianluca Monni e sulla scomparsa di Stefano Masala

mercoledì 25 Maggio 2016 - 17:30
Un muro d’omertà ha ostacolato le indagini sull’omicidio di Gianluca Monni e sulla scomparsa di Stefano Masala

Orune, i presunti carnefici e le due vittime

«Chi sapeva non ha parlato dimostrando di avere poco amore per sé e per il proprio paese»

Oltre un anno d’indagini, migliaia di intercettazioni, controlli incrociati sulle targhe delle Opel Corsa di tutta la Sardegna per capire se effettivamente l’autovettura usata per compiere il delitto di Gianluca Monni fosse quella del padre di Stefano Masala.

La conferenza stampa per l’arresto dei presunti assassini dei Gianluca Monni e Stefano Masala

Un gioco di squadra condotto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Nuoro e Sassari e delle rispettive Procure della Repubblica, ha inchiodato Paolo Enrico Pinna e Alberto Cubeddu, i presunti assassini del ragazzo di Orune e di conseguenza presunti responsabili della scomparsa di Stefano Masala.

I presunti assassini: Enrico Paolo Pinna, Alberto CubedduI presunti assassini: Enrico Paolo Pinna, Alberto Cubeddu

I presunti assassini: Enrico Paolo Pinna, Alberto Cubeddu

Questa mattina nel corso della conferenza stampa, gli inquirenti non hanno usato mezzi termini nel commentare tutta la vicenda evidenziando il muro di omertà che ha ostacolato le indagini.

L'intervento della dott.ssa Elena Pitzorno - Procura per i minori di Sassari (foto Cronache Nuoresi)

L’intervento della dott.ssa Elena Pitzorno – Procura per i minori di Sassari (foto Cronache Nuoresi)

«Sembrava un caso risolto fin da subito – ha detto il procuratore Andrea Garau – ma in realtà non era così. Si chiacchierava molto con la stampa e poco con le Forze dell’Ordine».

Poi Garau ha evidenziato il fatto che tutta la vicenda è stata avvolta da una pressione mediatica caratterizzata dal silenzio di chi ha visto qualcosa e non ha parlato.

«Chi sapeva e non ha parlato ha dimostrato di avere poco amor proprio e poco amore per il proprio paese dimostrando la necessità di una crescita sul piano sociale».

Poi l’attenzione si è focalizzata sulla figura di Paolo Enrico Pinna, il ragazzo che, all’epoca dei fatti, era ancora minorenne: un ragazzo difficile e spavaldo, tra le altre cose, accusato di maltrattamenti nei confronti della propria madre e presunto autore di un gesto così efferato.

«Quello che stupisce di tutta questa vicenda è l’omertà paurosa che ha circondato ne ha delineato i contorni fin dall’inizio – ha dichiarato il Procuratore per i Minori di Sassari Elena Pitzorno. Subito dopo il delitto, tutti coloro che aspettando il pullman con Gianluca per recarsi a scuola con lui hanno sostenuto di non aver sentito e visto nulla».

A oggi, nonostante gli arresti, le indagini rimangono ancora aperte perché Stefano non è stato ancora ritrovato, così come il fucile calibro 12 utilizzato per compiere l’efferato omicidio e la pistola sottratta a Pinna durante la rissa scatenatasi il giorno fatidico di Cortes Apertas.

© Tutti i diritti riervati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi