La storia si ripete ma questa volta non è la nostra, quindi possiamo lasciare che tutto questo accada

Sonia

La storia si ripete ma questa volta non è la nostra, quindi possiamo lasciare che tutto questo accada

giovedì 03 Settembre 2015 - 15:57

Si sente spesso dire che una fotografia “parla” più di tante parole. In genere è vero, come per questo scatto eseguito da Nilufer Demir (DHA/Reuters) e diffuso oggi in tutto il mondo, in cui le parole che da esso trapelano sono spaventose, atroci, da arenarsi in gola.

L’argomento cui essa fa riferimento, l’esodo dei migranti verso le nostre coste, pur facendo discutere tutti noi (talvolta per luoghi comuni) sembra non far discutere affatto, invece, i leader dei paesi nei quali di fatto queste persone (perchè di persone si tratta) sono dirette o spererebbero di riuscire ad approdare. Già perchè non è certo in Sardegna o in Italia che essi vorrebbero stare ma in Germania, in Francia, in Inghilterra, dove le speranze di trovare un lavoro e crescere i propri figli dovrebbero essere maggiori che qui da noi.

Invece i Primi ministri di questi paesi sembrano non volersi rendere conto della portata del fenomeno, almeno fino a quando, aprendo la porta di un camion frigo si trovano ad avere a che fare con settanta cadaveri ammassati uno sull’altro, morti per asfissia. Allora diventano sensibili al problema e dicono che lo prenderanno in considerazione. Forse. Chissà quando.

E intanto, i cadaveri continuano a galleggiare sulle acque dei nostri mari, compresi quello del piccolo Aylan (3 anni morto annegato, con altri migranti, mentre da Bodrun tentava di raggiungere Kos), a urlarci silenziosamente che hanno fatto quella fine perchè stavano fuggendo fa una fine ancora più tragica, loro e i loro cari, perchè nessuno fa cessare le guerre che, anzi, sono continuamente alimentate a casa loro.

Chissà, tra fine Ottocento e primi del Novecento, quanti corpi inermi di bambini, provenienti dai nostri paesi, saranno stati cullati dolcemente dalle onde e adagiati delicatamente sulle coste americane in seguito agli innumerevoli naufragi dei piroscafi che li conducevano verso il miraggio di un futuro migliore. Guardando questa immagine pensiamo per un attimo a quante volte qualcuno si sarà trovato a compiere il pietoso gesto di raccogliere i loro corpicini e guardare i loro visi gonfi ricoperti dalla sabbia.

La storia si ripete, dunque, ma questa volta non è la nostra, quindi possiamo lasciare che tutto questo accada.

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