In due ore di trasmissione, Voyager è riuscito a promuovere la Sardegna più di quanto la Regione abbia fatto in 60 anni di autonomia

Sonia

In due ore di trasmissione, Voyager è riuscito a promuovere la Sardegna più di quanto la Regione abbia fatto in 60 anni di autonomia

giovedì 30 Luglio 2015 - 11:51

foto-voyager-roberto-giacobbo«Alla faccia dei tanti puristi dell’archeologia»

In due ore di trasmissione su Rai 2 il buon Roberto Giacobbo è sicuramente riuscito a promuovere la Sardegna più di quanto la Regione sarda sia riuscita a fare in oltre sessant’anni di storia dell’autonomia. Nonostante le risatine e le prese in giro dei tanti puristi dell’archeologia, la puntata monografica di Voyager dedicata alla nostra regione ha raccontato una Sardegna diversa dagli stereotipi abituali. Con il suo stile inconfondibile tra scienza e sensazionalismo, ha provato a raccontare i tanti misteri della Sardegna: menhir, ziqqurat di Monte d’Accoddi, Giganti di Mont’e Prama, tombe dei giganti sono stati inseriti nel calderone, ben shakerati con le teorie su Atlantide di Sergio Frau, mischiati a Tonino il re di Tavolara e alle caprette dai denti d’oro dovuti alla dieta a base di elicriso. Infine, uniti alle battaglie navali di Domenico Millelire a La Maddalena, alla casa di Garibaldi a Caprera, agli angeli diventati neri perché i colori dell’affresco oristanese si sono ossidati per via del tempo e ai pipistrelli e alle blatte dei cunicoli dell’Anfiteatro romano di Cagliari.

Non so cosa si aspettassero i puristi dell’archeologia isolana da questa puntata di Voyager. Eppure ieri, pur con qualche incursione nel Kezzenger di crozziana memoria, gli spettatori italiani hanno avuto la possibilità di conoscere una Sardegna che, oltre al sole, al mare e alle spiagge, è in grado di offrire ai turisti anche il fascino di una storia millenaria. Ma purtroppo, vuoi per incapacità vuoi per scarsa lungimiranza degli addetti ai lavori, non riesce a valorizzare nel modo migliore le sue enormi risorse archeologiche. Kezzenger, la parodia di Voyager fatta da Crozza, farebbe pensare a un programma che spara un numero esorbitante di fandonie. Non sono d’accordo. Ieri sera Voyager ha messo in luce una grande verità sulla Sardegna.

Le immagini che scorrevano sul video hanno infatti evidenziato impietosamente che in Sardegna le testimonianze archeologiche e i reperti storici tra i più antichi dell’area Mediterranea non sono valorizzati a dovere e versano quasi in uno stato di abbandono. Lo stesso Giacobbo non ha potuto non fareun paragone tra la Sardegna e la gettonatissima Stonehenge. I puristi dell’archeologia hanno sicuramente storto il naso perchè probabilmente la località inglese non c’entra nulla con la Sardegna. Può essere vero. Eppure Stonehenge è diventata l’attrazione turistica che tutti conosciamo perché gli inglesi, con gru e ruspe, nel corso del Novecento hanno risistemato a regola d’arte i vecchi menhir e sono riusciti a creare quel sito affascinante e pieno di mistero che ogni anno attira circa un milione di turisti provenienti da ogni parte del mondo.

La vera domanda posta ieri da Voyager è dunque questa: perchè la Sardegna non riesce a puntare con decisione sulla sua storia e sulla sua archeologia? Per questo, al netto del miscuglio di teorie più o meno attendibili, la puntata di Voyager può suscitare qualche costruttiva riflessione. Sulla nostra abitudine di lagnarci sempre e criticare senza far nulla per migliorare le cose, ad esempio. Sulla Sardegna individualista che preferisce andare in fallimento e vedere il vicino soccombere piuttosto che cooperare e perseguire il bene comune. Sulla Sardegna delle invidie e delle gelosie che fanno andare in malora un patrimonio e una storia millenaria. Ma soprattutto suscita qualche riflessione su una classe politica che da anni pietisce soldi statali ed europei ma poi li spreca perchè non riesce mai a creare validi progetti di sviluppo e posti di lavoro. Che chiede assistenza ma non fa nulla per essere autonoma e valorizzare l’enorme patrimonio che ha a disposizione. L’autonomia di una terra non si costruisce con le parole vuote o con un nuovo partito identitario identico agli altri. Si costruisce con la cooperazione, con la lungimiranza e con le scelte concrete. Fatte non per il proprio interesse egoistico ma per il bene della collettività.

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Alessandro Zorco – Giornalista e blogger (da Blogosocial – Parole Condivise)

Cronache Nuoresi in collaborazione con (admaioramedia.it)

11 commenti  - mostra commenti

  1. perfettamente d’accordo con Alessandro Zorco, ottimo articolo e bellissima la puntata di Voyager, finalmente qualcosa di interessante sulla nostra isola, al di là di spiagge assolate ecc ecc

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  2. ANTONELLO MELONI 31 Luglio 2015 17:16

    sono d’accordo

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  3. Quindi per farsi conoscere è lecito vendere fumo e definire, sbeffeggiando, i “puristi dell’archeologia isolana” i professionisti e gli studiosi che faticano a tenere a bada la massa di cialtroni e pagliacci che, pur di vendere qualche libro, scrivono idiozie prive di qualsiasi fondamento.
    Va bene incrementare il turismo e la visibilità , ma rispetto per chi studia e chi lavora seriamente in questo settore, quasi sempre per la gloria.

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  4. Pasquale Zambuto 1 Agosto 2015 0:29

    Sono uno studioso attento innamorato della Sardegna,con attenzione ho seguito la puntata di Giacobbo della quale ho apprezzato come in altre la grande ricerca fatta a monte,il garbo nel racconto e il coraggio di rivolgersi a “tutti” non solo al circolo dei saccenti. Non ho trovato errori di sorta anzi una piacevole serie di sottolineature per chiarire sempre la differenza nel racconto tra storia e leggenda. W la Sardegna e chi la aiuta.

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  5. Rah spara cavolate ed è un Fake!
    Bravo l’articolista che ha colto nel segno. La puntata dimostra che la situazione attuale della Sardegna è tale a quale a quella che Lilliu l’ha relegata più di mezzo secolo fa. Ha dimostrato che gli archeologi sardi sono agli ultimi colpi di coda, causa la loro incapacità a valorizzare l’archeologia, a tenere in cantina per 30 anni le statue giganti del Sinis. A collaborare con un branco di incapaci e gente come quel di Olbia che tiene un nuraghe sotto un ponte, o a chi fa grattare un sito archeologico, da archeologo, con le ruspe! Ma le soprintendenze a che servono? Se la situazione attuale è quella di una Sardegna che non fa sistema, è per la loro cupidigia!
    Giacobbo ha dato una lezione a quei 4 baronetti dell’archeologia che poco fanno è che, parrebbe, si affidino a BLOG Fake per infangare chi fa libri e divulga la cultura che altri occultano. Gavino Aresu.

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  6. Caro Gavino Aresu, non so cosa intenda dicendo che sono un Fake ma le faccio delle precisazioni in risposta al suo commento:
    1) Lilliu non sarebbe stato contento di tutti questi ciarlatani, ne di finire su voyager con cacioppo;
    2) gli archeologi non nascondono niente in cantina;
    3) le soprintendenze son gestite da burocrati non da archeologi;
    Non confonda l’archeologia con la politica, che effettua determinate scelte, inoltre cosa vuol dire valorizzare l’archeologia? inventare fesserie? come atlantide ?
    Gli scienziati, gli archeologi e gli storici non fanno spettacolo fanno ricerca, magari non faranno ascolti e share in tv ma aiutano a costruirci la nostra idea del mondo e la consapevolezza di esso.
    Saluti

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  7. Giovanna Liscia 1 Agosto 2015 13:38

    Per tutti coloro che disprezzano i puristi dell’archeologia:se vi ammalerete di tumore non fatevi curare da un purista della medicina, fatevi curare da un mago!

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  8. Cristina Mura 1 Agosto 2015 15:03

    Sottoscrivo pienamente il pensiero di rah. Siamo al paradosso che vengono sbeffeggiati i “puristi dell’archeologia” perché storcono il naso di fronte alle fesserie e alle teorie strampalate che vengono rifilate alla gente, e non chi produce programmi del genere, per giunta su un canale della rete pubblica.

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  9. rah ha la mia più totale condivisione. Possiamo dire che I faraoni erano originari di Bultei per incrementare l’afflusso di turisti? O basta dire che eravamo un popolo di supereroi, alti almeno 2 metri, che parlavamo una lingua misteriosa, salvo poi svanire nel nulla a causa del “Gombloddo” mondialista… Posso creare il popolo del laghetto?

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  10. Pasquale Zambuto 3 Agosto 2015 19:10

    Mi permetto di sottolineare sommessamente che io tutte queste famtasticherie non le ho viste. Ho invece sentito storie interessanti come quella di Garibaldi, leggende sottolineate come tali che fanno parte della storia di civiltà lontane come quelle relative alla Mesopotamia e anche ipotesi suggestive come quella raccontata dall’ex giornalista di Repubblica Sergio Frau,ricordo che si tratta di un’ipotesi interpretativa presentata e apprezzata, ho letto, molti anni fa anche all’Accademia dei Lincei. Tutte queste polemiche mi sembrano sterili e sembrano riguardare forse conflitti precedenti alla trasmissione che mi sembra abbia fatto solo una cosa,parlato bene per due ore in prima serata della Sardegna.

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  11. Aggiungerei che la trasmissione ha inoltre valorizzato il nobilissimo lavoro di tanti archeologi , alcuni intervistati, che troppo spesso rimane nell’ombra.

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