Indagine ARAS: in Sardegna meno ovili e più pecore. Addio transumanza

Sonia

Indagine ARAS: in Sardegna meno ovili e più pecore. Addio transumanza

mercoledì 15 Luglio 2015 - 09:36
Transumanza (© foto S.Novellu)

Transumanza (© foto S.Novellu)

I pastori, sempre più high tech, restano in pianura

Gli ovili sono sempre di meno. Ma aumenta il numero di pecore. E soprattutto si perde una vecchia tradizione, quella della transumanza: i pastori preferiscono rimanere in pianura.

È la metamorfosi del comparto ovino che emerge dall’indagine condotta dall’ufficio studi dell’Ara Sardegna, l’associazione regionale degli allevatori.

Dal 1982 al 2010 6.886 aziende pastorali sono sparite, il 35 per cento del totale. Da 19.555 si è passati a 12.669 imprese.

L’emorragia si è registrata soprattutto nel ventennio che va 1990 al 2010: sono scomparsi 7.097 pastori, riducendosi da 19.766 a 12.669 (36%).

Le pecore invece sono aumentate dal 1982 al 2010 di ben 656.664, passando da 2.371.709 a 3.028.373 (28%).

«Leggendo e incrociando i dati, soprattutto provincia per provincia, emerge come è cambiata la pastorizia negli ultimi 30 anni, ma in particolare negli ultimi 20 – dice il direttore dell’Aras Marino Contu – I pastori si sono stanziati in pianura, abbandonando la montagna e la transumanza. Sono diminuiti perché si sono professionalizzati, hanno investito nella tecnologia, si sono installate 5-6 mila mungitrici, migliorando la qualità dei prodotti e il benessere animale. Negli ultimi 10 anni infatti sono state investiti 600 milioni di euro di risorse comunitarie che hanno migliorato sensibilmente lo stato di salute dei capi, diminuendo sensibilmente la carica di cellule somatiche media degli ovini».

In questo contesto, spiega l’associazione, sono venuti a mancare i cosiddetti “piccoli”, mentre chi ha accettato il cambiamento, in cui si sono attraversati periodi molto difficili, ha allargato il gregge.

Nei 28 anni che vanno dal 1982 al 2010 la media di pecore per azienda è cresciuta del 97 per cento, passando da 121,3 capi a 239. La metamorfosi si coglie, come detto, leggendo i dati provinciali.

«Ci dicono che i pastori hanno deciso di stanziarsi in pianura – ribadisce il presidente dell’Aras Sandro Lasi – abbandonando la montagna, dove invece si è investito sui bovini di razze rustiche. Nel periodo preso in esame, le pecore sono cresciute del 79% nel Medio Campidano (da 130.138 a 233.105), del 47% a Oristano (337.773 a 496.452) e del 46% a Sassari (da 598.339 a 875.204), che ha superato /Nuoro/ divenendo il territorio provinciale dove ci sono più pecore in assoluto».

Contemporaneamente nelle province di montagna il numero di ovini è cresciuto molto più lentamente o addirittura, come nel caso dell’Ogliastra, si è avuto un forte decremento, addirittura del 23%.

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