Alfano in Sardegna. Sicurezza: lo Stato dia risposte concrete

Sonia

Alfano in Sardegna. Sicurezza: lo Stato dia risposte concrete

mercoledì 04 Marzo 2015 - 13:31
Alfano in Sardegna. Sicurezza: lo Stato dia risposte concrete

Il Ministro dell'interno Angelino Alfano

Il Ministro dell'interno Angelino Alfano

Il Ministro dell’interno Angelino Alfano

Quella di oggi è la terza visita in Sardegna di un Ministro dell’interno.

«Attendiamo di confrontarci con il responsabile del Viminale sul fenomeno degli atti intimidatori agli amministratori locali, anche perché si tratta del terzo ministro dell’Interno, dopo Maroni nel 2011 e Cancellieri nel 2013, che viene in Sardegna negli ultimi anni per esaminare il fenomeno e i risultati non sono pervenuti», lo ha detto il presidente dell’Anci Sardegna, Pier Sandro Scano, prima di entrare in Prefettura a Cagliari per la firma sul Protocollo sulla sicurezza e legalità con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

«Davanti al triste primato della Sardegna con 136 episodi tra il 2013 e il 2014 – ha aggiunto Scano – vorremmo che questa di oggi non sia una cerimonia inutile, ma che si faccia sul serio per rafforzare l’intelligence e dare sicurezza a tutta la comunità, non solo ai sindaci».

«Da un ministro dell’Interno ci si aspettano non pacche sulle spalle e parole di circostanza ma decisioni chiare, immediate e inequivocabili. Non pensi Alfano di fare una passerella blindata perchè la Sardegna non ne ha bisogno» ha sottolineato, invece, il deputato di Unidos Mauro Pili.

Secondo Pili «l’emergenza sicurezza dei Sindaci non la si affronta con scorte e tutele sporadiche, serve un chiaro esame del contesto sociale e risposte che alleggeriscano alla radice le pressioni contro i Sindaci e gli amministratori. Se lo Stato continuerà a scaricare sulle autonomie locali tutta la sua incapacità e ingordigia divoratrice è evidente che non basteranno scorte e telecamere per contrastare fenomeni di degrado e sicurezza sociale. Serve prevenzione, servono risposte economiche, giustizia sociale altrimenti il rischio è quello di risposte parziali ed inutili. A questo si aggiunge una pressione fiscale che sottopone sempre di più i Sindaci a tensioni di ogni genere alle quali si aggiunge la crisi occupazionale che attraversa l’isola».

«Per questa ragione stamane – ha annunciato Pili – ho trasmesso al ministro dell’Interno un atto di sindacato ispettivo con il quale si ripropongono al suo dicastero questioni serie e rilevanti che non possono e non devono essere sottaciute».

In sintesi le questioni poste all’attenzione del ministro riguardano il no ai mafiosi carcerati in Sardegna; il no all’utilizzo degli agenti in assetto antisommossa contro le famiglie quando si devono sgomberare case vendute all’asta; lo stop agli sprechi sull’immigrazione con volo charter. Ma anche la richiesta di “non chiudere i presidi di Polizia“.

“Piagato ma non piegato”, così, citando Voltaire, il sindaco di Bultei, Francesco Fois, ultima vittima del lungo elenco di attentati che hanno colpito gli amministratori locali della Sardegna, spiega ai cronisti il suo stato d’animo poco prima di incontrare il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a Cagliari per firmare un Protocollo sulla sicurezza e legalità  con le Prefetture, la Regione e l’Anci. «Arrivano i ministri in Sardegna – ha aggiunto – ma la curva degli attentati non solo non si è stabilizzata ma è cresciuta e non si capisce dove stia l’errore».

Per questo motivo Fois chiederà al responsabile del Vimiale di “ricordarsi degli impegni sottoscritti” dai suoi predecessori che giunsero nell’isola, Maroni e Cancellieri, “perchè nulla è cambiato, tranne l’accresciuta insicurezza pubblica“.

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