Sardo classificato come dialetto e non lingua nell'Atlante Geografico: lettera a Ministro  

Sonia

Sardo classificato come dialetto e non lingua nell'Atlante Geografico: lettera a Ministro  

lunedì 23 Febbraio 2015 - 09:51
Sardo classificato come dialetto e non lingua nell'Atlante Geografico: lettera a Ministro   

La bandiera della SardegnaLo stesso per le altre minoranze linguistiche: protesta il Coordinamentu

Nell’Atlante Geografico adottato a scuola, il Sardo è stato indicato come dialetto e non come lingua. E lo stesso discorso vale per le altre minoranze linguistiche.

È il tema centrale della lettera di protesta inviata dal Coordinamentu Sardu Ufitziale al ministro della Cultura, Stefania Giannini. «Spiace rilevare – scrive – che, nonostante la volontà di dare conto della situazione degli idiomi italiani, l’opera che dovrebbe formare decine di migliaia di bambini, definisca alcune lingue riconosciute dalla legge statale 482/1999 quali minoranze linguistiche storiche come ‘aree dialettali’ misconoscendo dunque il rango assegnato dalla suddetta legge a tali idiomi in applicazione all’articolo 6 della Costituzione».

Sardo, ma non solo: «Si tratta anche di quella ladina, della franco provenzale, dello sloveno, del friulano e del cosiddetto “tirolese”, che vengono definite dialetti inopinatamente e con grave nocumento per il prestigio e la sopravvivenza di queste stesse lingue».

«Nella stessa pagina dedicata alle lingue e ai dialetti – continua il Coordinamentu – vengono definite invece minoranze linguistiche il cosiddetto “Gallo-Italico” e il “Ligure“, sconosciuti alla legislazione in materia. Giustamente viene invece riconosciuto il rango al Tedesco, all’Albanese, al Croato, al Catalano e al Greco d’Italia (che però è più conosciuto come griko o grecanico).

A nome del Coordinamentu Sardu Ufitziale le chiediamo pertanto – ha concluso – di riflettere su tale questione e di portare all’attenzione degli organi competenti per la vigilanza didattica questi fatti al fine di poter dare una maggiore informazione agli allievi e alle stesse famiglie. La giusta informazione è sempre alla base di scelte oculate e evita spesso prese di posizione oscurantiste come quelle che abbiamo registrato in Italia per molti anni. Precisiamo di non ritenere che il ministero abbia nessuna responsabilità perché non tutti possono essere esperti di tutto e l’autonomia didattica è certamente un valore, pertanto la nostra iniziativa ha il solo valore della segnalazione collaborativa e non polemica».

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