Indagine Confindustria: ecco cosa serve per il Nuorese

Sonia

Indagine Confindustria: ecco cosa serve per il Nuorese

domenica 16 Marzo 2014 - 17:29
Il logo di Confindustria (© foto S.Novellu)

Il logo di Confindustria (© foto S.Novellu)

Le opere strategiche per gli imprenditori

Costruzione della Trasversale sarda Tortolì-Oristano, completamento della SS 389 Nuoro-Tortolì, costruzione di gasdotti e disponibilità di metano, ampliamento porto della Caletta. Ma anche depuratori, reti elettriche e copertura adsl, wi-fi e GSM. Sono queste alcune infrastrutture strategiche per la provincia di Nuoro secondo quanto emerso nell’indagine eseguita a gennaio 2014 dall’associazione degli Industriali, che ha chiesto agli imprenditori associati di indicare quali siano le infrastrutture prioritarie da realizzare nel Nuorese, ma anche di manifestare il grado di soddisfazione per la situazione esistente, in particolare nelle aree industriali e PIP.

L’indagine si è focalizzate su tre tematiche principali:  strade e porti;  reti idriche, energetiche e rifiuti;  reti telematiche e telefoniche. Dalle 250 interviste realizzate è emerso un quadro amarissimo, a conferma che i nostri imprenditori toccano con mano tutti i giorni cosa significhi essere l’ultima provincia in Italia per infrastrutture.

Dato confermato a gennaio 2014 dall’Atlante della competitività delle provincie italiane dell’Istituto Tagliacarne: fatta 100 la dotazione infrastrutturale nazionale e 51 quella sarda, l’indice della provincia di Nuoro si attesta al 23,9 nel 2012, in calo di ben 12 punti rispetto al 2001.

Nonostante il divario crescente e la pessima competitività infrastrutturale del territorio e delle sue imprese, la nuova Intesa Generale Quadro Stato-Regione del febbraio 2014 ha destinato al Nuorese appena lo 0,8 % del totale delle risorse stanziate e disponibili per le infrastrutture strategiche da realizzare in Sardegna da qui al 2016. Si tratta di soli 20 milioni di euro su 2,5 miliardi effettivamente disponibili a livello regionale, un’inezia.

L’effetto clessidra colpisce ancora la Sardegna Centrale, dove ormai convivono crisi economica e demografica senza intravedere un’inversione di tendenza. Un territorio assolutamente trascurato dallo Stato e dalla Regione rispetto ai poli forti dell’isola, un territorio in cui non si realizzano più grandi opere ma neanche quelle minori. E in cui gli imprenditori si sentono abbandonati a se stessi, in aree industriali e PIP dimenticate “da Dio e dagli uomini”, spesso prive delle dotazioni più elementari.

Constatare che in aree specificatamente dedicate all’insediamento di attività produttive possano mancare servizi e infrastrutture basilari come l’acqua, fognature e internet, dà l’idea che si sia delimitato un pezzo di deserto e si sia detto agli imprenditori: “ecco, puoi metterti li, buona fortuna e addio”. I risultati dell’indagine delineano situazioni al limite del sopportabile, con imprenditori costretti a supplire alle carenze infrastrutturali e gestionali tramite pozzi privati, antenne satellitari, gruppi elettrogeni e altro. È fortissimo inoltre il timore per la ricostruzione di strade e ponti del post alluvione.

Per questo è quanto mai urgente, che la Regione metta a punto al più presto un Piano straordinario per le infrastrutture, che come Confindustria abbiamo posto tra le priorità del nostro Progetto per la Sardegna centrale e le sue Zone interne. Occorre pertanto una mappatura delle opere prioritarie e indispensabili per il territorio, anche sulla base delle indicazioni delle imprese. Da parte nostra stiamo predisponendo un dossier con i risultati dell’indagine appena eseguita che metteremo a disposizione del territorio e della Regione.

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