Si alza il sipario e va in scena la morte

Sonia

Si alza il sipario e va in scena la morte

martedì 04 Marzo 2014 - 07:20

Veronica Pivetti è andata in scena giovedì scorso all’Eliseo

Si alza il sipario e va in scena la morte. Non, no, non facciamo gli scongiuri, la morte di cui parliamo è qualcosa di diverso, è quella che emerge dalla rilettura in chiave ironica messa in scena da Veronica Pivetti (la signora Morte, appunto, istrionica e dalla fortissima presenza scenica), Sergio Mancinelli (Sentenza, il suo frivolo e arguto interlocutore, quasi una voce della verità) e Oreste Valente (il serioso e riverente maggiordomo Funesto).

La regia di Giovanna Gra non lascia nulla al caso: le scenografie, semplici e ricche di richiami simbolici più o meno espliciti (il cimitero, gli orologi segna tempo, una cassa… ) sono valorizzate da giochi di luci nei quali gli attori, muovendosi tra i registri di ritmi scatenati (la colonna sonora è di Maurizio Abeni) e quelli di meditazioni profonde sul senso della vita, ci conducono tenendoci per mano in un ipotetico viaggio nell’aldilà permettondoci di assistere, dalla cabina di regia, alle logiche che animano l’orchestrazione della vita e la relativa dipartita da essa, rivelando che si tratta di logiche del tutto analoghe a quelle terrene.

I costumi di Walter Azzini, infine, forniscono un ulteriore tassello alla connotazione gotica della rappresentazione tragicomica.

Un bignamino del viaggio all’inferno di dantesca memoria, insomma, ma in chiave ironica e dissacrante, come ci si può aspettare da un’artista poliedrica come la Pivetti, cui i panni della dark lady, dai tratti a momenti cinici, fragile e seducente, sembrano calzare a pennello.

I 120 minuti dello spettacolo (quarto appuntamento della stagione di prosa organizzata dal Cedac) volano in un soffio, quasi si avrebbe voglia di rivedere il replay.

Il sottotitolo recita: La vita è meravigliosa… un ossimoro appunto! …Per ora lasciamo la morte a debita distanza!

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