Sel: non parteciperemo al Congresso

Sonia

Sel: non parteciperemo al Congresso

lunedì 02 Dicembre 2013 - 15:02

Dura Linea degli esponenti nuoresi

SEL Nuoro e la “filosofia del non ascolto”

La decisione di comunicare pubblicamente, attraverso gli organi di stampa, la nostra scelta di non partecipare al congresso di SEL è dettata dalla necessità di far conoscere agli elettori ed elettrici che hanno sostenuto SEL le motivazioni che ci hanno portato a prendere questa sofferta decisione.

Decisione importante, emersa in prossimità del congresso del partito che abbiamo sostenuto attraverso attività ed impegno e che avevamo fino ad oggi riconosciuto come la migliore speranza per il nostro paese, ma che attualmente vediamo vivere in una continua situazione di declino di rappresentatività, come dimostrano i dati dei sondaggi e delle iscrizioni.

Declino dovuto, a nostro parere, a scelte politiche errate che, soprattutto a livello territoriale, hanno portato all’allontanamento di numerosi simpatizzanti, militanti, dirigenti e amministratori. Indirizzi politici che non hanno saputo catalizzare quel potenziale umano e politico che manifesta il suo sostegno verso formazioni politiche di protesta, oppure, non riconoscendosi in nessuna di queste, orienta il suo disagio verso la politica del non-voto.

Decisamente carente è stata la capacità di ascoltare e osservare del gruppo dirigente di SEL Nuoro che pare abbia voluto vedere come una forma di attacco le legittime posizioni di dissenso o proposta che volevano avere come esclusivo scopo quello di migliorare e migliorarsi attraverso un percorso di cambiamento.

Certo si può obiettare che anche noi fossimo dirigenti provinciali di SEL, la differenza però sta nel fatto che, pur partendo da posizioni di minoranza, abbiamo cercato sempre di esplicitare proposte e problemi all’interno del Coordinamento e quindi del partito, prima in maniera “morbida” e poi sempre più decisa, via via che i nostri appelli rimanevano inascoltati.

Questa scelta oggi, purtroppo, non è più sostenibile perché i presupposti iniziali di organizzazione e impostazione del congresso ci portano a ritenere che non si voglia minimamente considerare alcuna posizione dissenziente dagli indirizzi maggioritari del gruppo dirigente che attualmente arriva persino a sostenere come ipotesi di gestione del partito quella di costituire gruppi dirigenti formati esclusivamente da soggetti che possano rinunciare alla propria vita privata e lavorativa a favore dell’attività politica all’interno del partito, riducendo quindi ulteriormente i legami dello stesso con il mondo reale composto anche da famiglie, lavoratori e associazionismo e creando una concezione separata e sacrificale della militanza.

Ma procediamo con ordine: l’incapacità di ascoltare è emersa in varie occasioni all’interno del partito, ma pubblicamente solo quando i nostri ex consiglieri comunali di Nuoro, dopo aver cercato più volte, in momenti diversi, di richiamare la dirigenza del partito a una maggiore attenzione nei confronti delle sollecitazioni che essi di volta in volta presentavano al Coordinamento, relativamente alle questioni riguardanti le problematiche politico – amministrative, hanno scelto di passare al gruppo misto.

Tra le molteplici richieste emergeva più di frequente, la necessità di un maggiore coinvolgimento e confronto con tutti gli amministratori sul dibattito politico che animava il partito; la necessità di concludere il processo di redazione di un documento politico territoriale tematico aperto a tutte le categorie; la necessità di svolgere “primarie interne” per individuare le persone ritenute più adeguate a ricoprire incarichi di responsabilità; l’urgenza di evitare sovraposizioni di incarichi o candidature degli amministratori e la necessità di trovare nuove forme di partecipazione più semplici ed adatte alla vita quotidiana di donne, lavoratori precari e fuori sede.

Tutto questo per rispondere ai bisogni delle nostre comunità e dei giovani che con il loro impegno e la loro spinta morale avevano decretato l’iniziale ed imponente ascesa di SEL, prerequisito fondamentale per ribellarsi a una politica che non ascolta i loro bisogni e non guarda alla loro vita reale.

Così facendo, saremmo riusciti, forse, a coinvolgere maggiormente quella base del partito che viene sempre citata, ma raramente resa protagonista della vita politica di SEL Nuoro.

Queste richieste, però, rimanevano inascoltate creando nel gruppo consiliare di SEL e all’interno del gruppo dirigente una pericolosa mancanza di comunicazione che con il tempo ha portato ad una frattura insanabile e alle conseguenze che ormai tutti conoscono.

Potremmo continuare ancora per molto, ma il nostro intento non è stilare un elenco completo della “filosofia del non ascolto” che ha guidato le scelte politiche di SEL Nuoro, ciò che ci sta a cuore è rivendicare un nostro diritto legittimo ovvero far sapere al maggior numero di persone possibile che all’interno di SEL, a Nuoro, vi erano persone, che non si riconoscevano nella linea politica indicata dall’attuale dirigenza del partito, per cui dichiarano pubblicamente la chiusura dell’esperienza politica con l’attuale gruppo dirigente di SEL, ma la volontà di continuare a fare politica di sinistra e forse un giorno di sinistra con SEL, ispirandosi però, ad un’ altra filosofia ovvero quella delle “Fabbriche di Nichi” che prevede, appunto, una prassi politica che parta dal “basso” attraverso esperienze di scambio e riconoscimento reciproco.

Pratiche positive che attraverso il confronto, l’ascolto della critica e la valorizzazione dell’autonomia e della ricerca libera intendono combattere le semplificazioni a sfondo personale del dibattito politico, le forme di liquidazione o di sospetto verso le posizioni critiche e la rimozione delle differenze che creano esclusivamente odio e inimicizia.

Questa posizione vuole distinguersi dalle continue fuoriuscite dai partiti finalizzate a eventuali ricollocazioni politiche più convenienti e intende invece sollecitare con gran forza, attraverso il nostro gesto, in prossimità di un congresso fondamentale per la vita della sinistra, un reale cambiamento di rotta, dove solo il posizionamento delle differenti modalità di azione politica, talvolta non sempre piacevole, potrà ricreare le condizioni per l’avvicinamento di quei pezzi di sinistra che abbiamo visto allontanarsi.

Questo per evitare l’ennesima frammentazione di partiti ed aree politiche che ha portato esclusivamente ad una scarsa rappresentatività delle necessità comuni, favorendo, di conseguenza, gli interessi personali.

Con la convinzione che non si possa perdere mai la speranza, ci auguriamo che la politica abbia la forza di ascoltare il grido di aiuto che si leva oramai da ogni dove e che necessita di un radicale cambiamento nelle modalità di fare politica e quindi di rappresentare le esigenze reali della società.

 

 Amedeo Spagnuolo, ex responsabile scuola SEL Nuoro

Luca Fadda, ex responsabile ambiente, agricoltura ed energia SEL Nuoro

 

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