Noi commercianti di viale Repubblica nel mirino dei malviventi

Sonia

Noi commercianti di viale Repubblica nel mirino dei malviventi

lunedì 22 Luglio 2013 - 17:27
Noi commercianti di viale Repubblica nel mirino dei malviventi

Gioielleria Fadda rapinata venerdì scorso

La gioielleria rapinata foto (Sonia Meloni – Cronache Nuoresi)

 La scusa è la crisi, ma i malviventi non sono improvvisati

Inchiesta: prima puntata

Il fenomeno della microcriminalità anche nel capoluogo barbaricino, come in altre parti dell’Isola si fa sentire. Noi di Cronache Nuoresi, iniziamo da oggi una serie di reportage sulla pubblica sicurezza. La nostra inchiesta inizia da viale Repubblica, dove venerdì scorso è stata compiuta l’ennesima rapina, questa volta ai danni della gioielleria Fadda. Abbiamo saggiato l’umore di alcuni commercianti sulla questione, ecco cosa ci hanno detto.

Alle 11 e 30 del mattino sotto un solleone cocente, la volante dei Carabinieri ha appena finito il suo giro di controllo in viale Repubblica, sfreccia veloce nella rotatoria che porta diritti in viale Sardegna, un’altra strada strategica e altamente frequentata di Nuoro. Arrivati di fronte alla gioielleria Fadda, l’ultimo negozio preso di mira dai malviventi, lo troviamo sprangato: un semplice cartello “chiuso” fa capire che probabilmente si sta ancora quantificando a quanto ammonta la refurtiva portata via venerdì scorso. «La proprietaria è venuta di mattina presto» riferisce il macellaio affianco. Gli chiediamo cosa spinge a compiere rapine anche in una strada così trafficata, dove si è esposti maggiormente ai controlli delle forze dell’ordine: «la crisi! La crisi ormai porta chiunque a compiere queste azioni molto più che in passato – sottolinea – in giro c’è disperazione; è aumentata la disoccupazione; le aziende chiudono e il costo della vita di ogni giorno aumenta. Certo non si giustifica in questo modo un fenomeno delinquenziale ma noi commercianti siamo consapevoli di essere esposti quotidianamente al pericolo». I malviventi però non sono improvvisati, studiano gli esercenti da prendere di mira, come la gioielleria in questione – mentre  la rapina era in corso nessuno si è accorto di niente, tutto è stato compiuto nel più assoluto silenzio, senza suscitare il minimo sospetto tra i negozi vicini: «abbiamo capito che era successo qualcosa, solo dopo che la proprietaria è uscita dal negozio a chiedere aiuto». «Si ha paura, specie nell’orario di chiusura, affermano dalla merceria Gabriel Due, sopratutto nel periodo invernale. Bisognerebbe aumentare i controlli da parte delle forze dell’ordine, ma ci rendiamo conto che i tagli fatti dal Governo in questo settore lo rendono impossibile».

Per i negozianti, con incassi dimezzati rispetto agli anni scorsi, è impossibile dotarsi di sistemi d’allarme sofisticati e circuiti di telecamere d’avanguardia. I costi degli impianti di sorveglianza sono variabili: si va orientativamente da un investimento di 22 euro al mese, da spalmare per circa 60 mesi (per adattare un vecchio sistema), a 60 euro per una dotazione più complessa. «Oggi però non è possibile non tutelarsi – precisano dal bar tabacchi Demontis». Il personale del supermercato Sigma,  preso di mira dai ladri – chiamiamoli pure col loro vero nome – tre volte nell’arco di un anno, preferisce non parlare, limitandosi a dire che fortunatamente l’ultimo tentativo è andato a vuoto.

Sonia Meloni

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