Stroncate due organizzazioni dedite al traffico di droga in Sardegna

Sonia

Stroncate due organizzazioni dedite al traffico di droga in Sardegna

lunedì 10 Giugno 2013 - 16:58

Arrestato Graziano Mesina e altre 25 persone

Questa mattina, 10 giugno 2013, i Carabinieri del reparto operativo del Comando Provinciale di Nuoro, coadiuvati dai colleghi di Reggio Calabria, Milano, Cagliari, Sassari, Oristano, del Comando territoriale di Olbia, dai Cacciatori di Sardegna e dal X° NEC di Olbia, a conclusione di una lunga e complessa indagine condotta sotto la direzione della DDA di Cagliari, hanno eseguito 26 ordinanze di custodia cautelare – 21 arresti, due dei quali su ordine dalla Procura della Repubblica di Nuoro, e 5 arresti domiciliari – nei confronti degli esponenti di due associazioni dedite al traffico di stupefacenti, una operante in provincia di Cagliari e l’altra in provincia di Nuoro, e di alcuni soggetti a loro legati.

Nel corso della conferenza stampa tenutasi questa mattina al comando Provinciale dei Carabinieri di Nuoro, Simone Sorrentino, Comandante del Reparto operativo di Nuoro, coadiuvato dal Comandante Provinciale Vicenzo Bono e dal Capitano Luigi Mereu, ha illustrato le dinamiche che hanno portato agli arresti odierni e le tappe principali dell’inchiesta.

Leader indiscusso dell’organizzazione principale, quella radicata in Provincia di Nuoro, è Graziano Mesina, che nel suo paese natale, Orgosolo, aveva coinvolto alcuni suoi congiunti, radicando fortemente l’attività nel territorio (da loro ben conosciuta e dunque agevolmente controllata). L’organizzazione, spregiudicata e con forte spirito di iniziativa, non si occupava solo di stupefacenti ma anche di rapine, furti e sequestri, disponendo di armi comuni e da guerra, oltre a scanner in grado di individuare eventuali microspie.

La sezione cagliaritana, invece, era capeggiata da Gigino Milia, amico di Mesina dalla fine degli anni Settanta, quando entrambi furono coimputati, e poi condannati rispettivamente per sequestro di persona e ricettazione dal Tribunale di Camerino.

Mesina e Milia, a partire dal 2010, hanno acquistato grosse partite di droga (eroina, cocaina, marijuana) rivendendole a organizzazioni e singoli spacciatori del Cagliaritano, del Sassarese e del Nuorese, agevolati dalle conoscenze e dal credito di cui godevano da parte della criminalità isolana e peninsulare. Una parte delle attività illecite, Mesina le ha portate a termine sfruttando canali autonomi di approvvigionamento.

Gli arrestati della sezione nuorese, quali tutti orgolesi, sono: Graziano Mesina (71 anni); Raimondo Crissantu (43 anni); Salvatore Devias (41 anni); Franco Devias (25 anni); Giovanni Filindeu (35 anni); Giovanni Antonio Musina (39 anni); Francesco Piras (58 anni, di Norbello); Vincenzo Sini (45 anni, di Orgosolo, già ai domiciliare per altra causa):

Gli arrestati della sezione cagliaritana sono: Gigino Milia (66 anni, di Fluminimaggiore); Corrado Altea (avvocato sessantaduenne di Arbus); Antonio Mascia (57 anni, di Villanovafranca); Guido Brignone (61 anni, di Cagliari); agli arresti domiciliari, invece, Daniele Brignone (35 anni, di Cagliari).

Coinvolti a vario titolo nei traffici e arrestati: Pierpaolo Donadio (63 anni, di Alghero); Lino Giovanni Pira (61 anni, di Dorgali); Efisio Mura (33 anni, di Cagliari); Vittorio Denanni (47 anni, di Chiaramonti); Franco Pinna (41anni, di Nurri); Alessandro Farina (30 anni, di Olbia); Raffaele Pinna (49 anni, di Nurri); Luca Buluggiu (31 anni, di Ozieri); Giovanni Sanna (37 anni, di Ozieri).

Agli arresti domiciliari, invece, Enrico Fois (71 anni, di Cagliari); Luigi Atzori (51 anni, di Cagliari); Giuseppe Mesina (22 anni, di Orgosolo); Aldo Catgiu (40 enne, di Orgosolo);

Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Nuoro, dirette dalla DDA di Cagliari, hanno consentito di accertare che, tra il luglio 2008 e il luglio 2009, l’ex “Primula Rossa”, insieme a Milia, ha assicurato un cospicuo e costante flusso di droga da Milano all’Isola, trattando di persona diverse partite di eroina, per l’acquisto delle quali si è recato di persona nel capoluogo lombardo interagendo con esponenti di organizzazioni criminali locali, Calabresi e Albanesi, fornitori della droga destinata al mercato sardo. Conclusi gli accordi, erano gli stessi fornitori a inviare gli stupefacenti nell’isola attraverso propri corrieri, che ne effettuavano la consegna a Mascia, incaricato di custodirla e di conferirla agli acquirenti isolani.

Il pagamento, avveniva per mano dall’avvocato Altea il quale, in più di un’occasione, si è recato personalmente a Milano la consegnare del denaro. Altea, inoltre, approfittando del suo ruolo ha potuto avere dei colloqui in carcere con Mascia (in un periodo in cui quest’ultimo era detenuto per scontare un residuo di pena) per sapere dove aveva occultato una partita di droga appartenente all’associazione.

L’attività di distribuzione dello stupefacente era affidata a Guido e Daniele Brignone per il Sud Sardegna mentre Sini e Piras gestivano il Centro-Nord. Sini, in particolare, ben noto nell’ambiente, ha progressivamente sviluppato un’autonoma capacità operativa che, quando i rapporti tra Mesina e Milia si sono interrotti è stato in grado di proseguire l’attività rifornendosi attraverso altri canali.

Nel quadro di questi ulteriori sviluppi “imprenditoriali” si inquadra il rinvenimento, fatto il 25 ottobre 2009 dai Carabinieri Osidda, di circa 2 kg di eroina e il conseguente arresto di Catone Stefano Ceccotti e Clara Sinacori. Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo di Nuoro hanno chiarito che l’eroina, appartenente a Donadio, era custodita dall’allevatore di Dorgali Lino Giovanni Pira. Pira fu arrestato il 13 dicembre 2010 in seguito al ritrovamento effettuato dai Carabinieri nel suo ovile di circa 4000 pastiglie di ecstasy.

Il sodalizio tra Milia e Mesina si è interrotto in seguito all’arrivo nell’Isola di alcune partite di eroina tagliata male, fatto che ha provocato una cospicua perdita economica per Mesina, uno di principali artefici del suo acquisto. Rotti i rapporti con la sezione cagliaritana, Mesina e i suoi uomini non hanno interrotto le proprie attività, utilizzando propri canali per l’approvvigionamento di droga e il successivo smercio in Sardegna. Nell’ottobre 2009, hanno allacciato rapporti con Enrico Fois e la sua organizzazione (Efisio Mura e Luigi Atzori) dedita allo spaccio di droga a Cagliari e, in particolare, nel quartiere di Sant’Elia. Anche in questo caso, i rapporti si sono presto interrotti, poiché Fois non ha pagato per intero una partita di droga contraendo un debito di circa 8000 euro e dilazionandone il saldo definitivo: Mesina, poiché le minacce non avevano prodotto alcun effetto, il 30 giugno 2010 ha organizzato una spedizione con i suoi uomini nel cuore di Sant’Elia, impossessandosi con la forza di un furgone frigorifero di proprietà di Fois che successivamente ha tentano di vendere. Fois, che per copertura svolge l’attività di commercio ittico, ha trattato con l’orgolese il recupero del mezzo finché il 6 luglio dello stesso anno, a Nuoro, ha saldato il debito e si è visto restituire da Mesina il furgone. All’appuntamento Fois si è presentato accompagnato da tre persone di sua fiducia mentre Mesina era scortato da Salvatore Devias, Giovanni Antonio Musina e Raimondo Crissantu, rimasti nascosti e pronti a intervenire in caso di necessità.

Un analogo episodio, ma dai contorni più drammatici si era svolto nel sassarese, a Chiaramonti, nell’ottobre del 2009. In quell’occasione Vittorio Denanni acquistò da Mesina una partita di cocaina contraendo un debito di 37.000 euro. Il recupero dell’ingente somma di denaro si è rivelato pittuosto travagliato: dopo un’asfissiante quanto improduttiva pressione nei confronti di Denanni – che in più di un’occasione ha rischiato di evolversi tragicamente: Mesina pare abbia bloccato il figlio adolescente di quest’ultimo costringendolo a chiamare il padre il quale, così, ha provveduto rapidamente a versargli 20.000 euro. Il saldo della somma residua è avvenuto, dopo ulteriori minacce, nel marzo del 2012 con la vendita di diversi capi di bestiame.

Nel gennaio 2011, referenti locali (Alessandro Farina, Luca Buluggiu e Giovanni Sanna) diun’organizzazione internazionale operante in Lombardia, costituita da spagnoli, campani e calabresi, hanno proposto a Mesina e ai suoi l’acuisto di circa 4 kg di cocaina. L’affare, in quell’occasione, non è stato portato a termine per l’arresto del corriere operato dalla Polizia a Porto Torres il 1 febbraio 2011.

Le attività di Mesina sono proseguite anche in tempi recentissimi: tra dicembre 2012 e gennaio 2013, Mesina ha acquistato della marijuana da Franco e Raffaele Pinna, rivendendola a Alessandro Farina. Quest’ultimo, il 15 gennaio 2013, è stato tratto in arresto insieme a Giovanni Cossu poiché trovato in possesso di circa 250 grammi di marijuana appena ricevuta dall’orgolese.

L’organizzazione, dunque, ha dato prova di essere particolarmente pericolosa e spregiudicata non esitando ad operare anche in contesti non familiari e di cui sicuramente non aveva il controllo (come il quartiere di Sant’Elia a Cagliari) nonché progettando, nell’Isola e nel Continente, altre attività delittuose quali furti, rapine e sequestri di persona, tutti sventati anche grazie all’attività congiunta della DDA di Cagliari e dei Carabinieri di Nuoro che hanno disposto presso i comandi territorialmente interessati onerosi servizi preventivi.

In tutte queste occasioni, Mesina ha avuto sempre un ruolo centrale: ogni iniziativa o decisione è sempre stata sottoposta alla sua approvazione e lui stesso si è preoccupato di fare personalmente i sopralluoghi. Per la particolare aura di prestigio, ha avuto importanti contatti – dell’isola e fuori – con persone che si sono rivolte a lui per accomodare situazioni o agevolare la definizione di affari. Tali richieste e i conseguenti rapporti sono ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria al fine di individuare e perseguire eventuali responsabilità penali.

La disarticolazione di questa associazione ha una ragguardevole importanza poiché Graziano Mesina, mutuando comportamenti, modalità e tecniche ben note e sperimentate dalla criminalità organizzata della penisola (capo indiscusso e carismatico, controllo del territorio, forte coesione su base familiare tra gli affiliati, clandestinità, disponibilità economiche, tecnologiche e di armi) ha costituito un’associazione che avrebbe potuto rappresentare – nel tempo – un pericoloso esempio e un grave pericolo per la sicurezza dell’Isola.

Nel corso delle attività investigative che hanno portato alla vicenda odierna sono stati eseguiti, complessivamente, 30 arresti in flagranza di reato nonché rinvenuti e sequestrati circa 5,8 kg tra eroina, cocaina e marijuana, 4000 pastiglie di ecstasy, 393 piante di cannabis indica, due pistole, un fucile con matricola abrasa e 600 grammi di esplosivo.

S. Novellu

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