Il Trentino Alto Adige è la regione che spende più in cultura

Sonia

Il Trentino Alto Adige è la regione che spende più in cultura

giovedì 20 Ottobre 2016 - 06:37

Diminuiscono i visitatori nei musei civici

In un’Italia ancora divisa in due, è il Trentino Alto Adige, con 203,14 euro a famiglia, la regione che nel 2015 ha speso di più in cultura e spettacoli secondo il 12/o Rapporto Annuale di Federculture, ‘Impresa Cultura. Creatività, partecipazione, competitività’, presentato oggi. A seguire, Emilia Romagna (164,22) e Lombardia (160,84).

La prima regione sotto la media nazionale di 126,41 euro spesi è la Liguria (nona con 124,59 euro), seguita da tutto il centro-sud, con in coda Molise e Sicilia che non toccano gli 80 euro e Basilicata e Calabria che si fermano appena sopra i 59.

Il Lazio si ferma a metà classifica (decima posizione con 120,25 euro), pur con un +7,8% di spesa per lo spettacolo dal vivo e le positive performance degli istituti statali (musei, monumenti e aree archeologiche) che nel 2015 hanno contato 20 milioni di visitatori (il dato più alto di sempre con +7,6%) e quasi 63 milioni di euro di introiti (+8%).

A farla da padrona nella regione è sempre Roma, dove si concentra l’86% dei visitatori dei musei regionali, oltre 17 milioni e il 93% degli introiti (la regione nel suo complesso attrae invece meno di 3 milioni di visitatori nei suoi musei, dato in calo rispetto al 2014 del 2,6%). Unico neo è quello dei musei del sistema civico, in calo già nel 2013 e che dopo un primo recupero nel 2014 ora perdono oltre il 4% del proprio pubblico, fermandosi a poco più di 1,4 milioni di visitatori. C’è chi fa molto bene, come il Circuito del Museo nazionale Romano (+18,26%), ma i picchi negativi possono essere anche significativi, come il -29,23% all’Ara Pacis o il -42,29% del Macro e Macro Testaccio.

«La diminuzione complessiva dei visitatori dei Musei Civici nel 2015 – commentano però da Federculture – va letta tenendo conto di alcune variazioni intercorse dall’anno precedente. In particolare hanno pesato l’assenza di ENEL Contemporanea dal Macro, che nel 2014 era ancora presente con Harmonic Motion e Big Bambù, mostre-evento a fruizione gratuita di grandissimo successo. E la programmazione delle mostre dell’Ara Pacis, che nel 2014 ha visto esposizioni di grande richiamo come Impressionisti e Cartier Bresson, mentre nel 2015 altre più settoriali pur altrettanto belle come E42 e Nutrire l’impero».

A guardare invece gli ultimi 5 anni, a Roma si può dire che l’Italia batte il Vaticano: i Musei statali sono infatti cresciuti del 35%, mentre i Vaticani ‘solo’ del 19%. Quelli del sistema civico perdono invece -7%.

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