Un risultato straordinario annunciato con orgoglio dall’avvocato Paola Marteddu Vice Presidente della Camera Penale di Nuoro e sostenuto con forza da Irene Testa, Garante regionale dei detenuti, che ha ribadito come questa mobilitazione sia nata per evitare che altre vite vengano distrutte da errori giudiziari. Il pensiero corre inevitabilmente a Beniamino Zuncheddu, simbolo di questa battaglia dopo i suoi 33 anni di ingiusta detenzione: a lui e alla sua vicenda è dedicato questo successo, affinché la sua sofferenza diventi un monito per una politica spesso indifferente.

L’avvocato Paola Marteddu
In questi mesi la Sardegna ha risposto con una solidarietà commovente, grazie all’impegno di volontari come Enzo Bonesu, che ha consegnato le ultime firme dopo un lungo viaggio notturno, e al lavoro instancabile di Gianluca Genco.
Un ruolo determinante è stato giocato dalla Barbagia e dai suoi eventi dove la gente ha potuto conoscere la proposta di legge tra le piazze di Autunno in Barbagia. Anche Nuoro ha fatto la sua parte con una mobilitazione intensa durante il Redentore e Mastros in Nugoro, grazie all’impegno degli avvocati Marteddu e Vincenzo Zappia, insieme a Tore Marteddu, Gianluca Genco e Stefania Calvisi. Dietro ogni firma c’è il lavoro dei Comuni, degli avvocati autenticatori e il ricordo di chi, come Giulia Simi, ha sostenuto questa sfida dall’inizio. Ora che il traguardo delle 50mila firme è stato varcato, la battaglia per una giustizia più umana si sposta dalle piazze sarde direttamente in Parlamento, portando con sé la speranza di una riforma che non può più attendere.
