La politica fuori dalla Sanità: la Corte Costituzionale dichiara illegittimo il commissariamento delle ASL

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La politica fuori dalla Sanità: la Corte Costituzionale dichiara illegittimo il commissariamento delle ASL

di Sonia Meloni
martedì 23 Dicembre 2025 - 18:24
La politica fuori dalla Sanità: la Corte Costituzionale dichiara illegittimo il commissariamento delle ASL

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 198 del 2025 depositata oggi 23 dicembre, ha inferto un colpo durissimo alla riforma dell’assetto sanitario della Regione Sardegna, dichiarando l’illegittimità costituzionale delle norme che prevedevano il commissariamento in blocco delle aziende sanitarie e la decadenza automatica dei vertici amministrativi e sanitari. La decisione dei giudici di Palazzo della Consulta nasce dal ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri contro la legge regionale n. 8 del 2025, accusata di aver introdotto un meccanismo di spoils system incompatibile con i principi fondamentali della Carta.

Il cuore della censura riguarda il tentativo della Regione di azzerare le direzioni generali e i quadri tecnici apicali attraverso una procedura di commissariamento straordinario svincolata da reali inadempienze o situazioni di grave disavanzo. La Corte ha chiarito che la dirigenza sanitaria non può essere considerata una propaggine del potere politico, soggetta a essere rimossa a ogni cambio di maggioranza. Al contrario, la tutela della salute richiede una continuità gestionale che può essere interrotta solo a seguito di valutazioni oggettive sul raggiungimento degli obiettivi e nel rispetto delle garanzie del giusto procedimento.

Le norme bocciate prevedevano che il direttore generale potesse confermare o sostituire i direttori amministrativi e sanitari entro sessanta giorni dal suo insediamento, basandosi su una scelta puramente discrezionale. Per la Consulta, tale facoltà contrasta apertamente con il dovere di neutralità e con il principio di buon andamento dell’amministrazione, poiché espone professionisti tecnici a una decadenza automatica che non tiene conto delle modalità concrete di svolgimento dell’incarico. Anche l’argomento della Regione, secondo cui il commissariamento sarebbe stato necessario per garantire l’efficientamento del sistema, è stato respinto: la straordinarietà dei poteri non può diventare un espediente per aggirare le leggi dello Stato che regolano la dirigenza sanitaria.

Questa sentenza ribadisce con forza che, sebbene le Regioni abbiano competenza nella tutela della salute, esse devono comunque rispettare i principi di imparzialità stabiliti dal legislatore nazionale. Il verdetto impedisce di fatto l’occupazione politica delle aziende ospedaliere, tutelando l’autonomia di chi è chiamato a gestire la sanità pubblica e garantendo che le poltrone dei direttori non diventino merce di scambio nelle dinamiche elettorali. Con questo stop, la riforma sarda dovrà ora essere profondamente riscritta, restituendo stabilità a un sistema che i giudici hanno inteso proteggere dalle ingerenze del potere esecutivo.

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