“Le frecce dell’orologio di Santa Maria giravano con inesorabile lentezza… Se invece di quell’immenso quadrante che il vescovo De Martis aveva fatto issare sul campanile verso la fine del secolo ci fosse stato un grande specchio, i nuoresi avrebbero forse misurato meglio il tempo nella devastazione dei loro corpi“.

Su Toccu Pasau (foto M.Locci)
Si apre con queste parole il quarto capitolo del capolavoro di Salvatore Satta e con la stessa immagine il regista Marco Spiga ha scelto di inaugurare la sua pièce teatrale, prodotta da Sardegna Teatro. Dopo il primo episodio, “La Grande Confusione“, incentrato sull’ascesa e il fallimento politico di Don Ricciotti Bellisai contro zio Poddanzu — un affresco di illusioni moderniste schiacciate dal clientelismo e dalle antiche logiche sarde — il secondo appuntamento della trilogia, intitolato “Su toccu pasau” (Il rintocco lento), ha conquistato tre sold out consecutivi al Teatro Eliseo il 13, 14 e 15 dicembre. In questa nuova fase dell’opera, scritta e diretta da Spiga per i cinquant’anni dalla morte del grande giurista e scrittore, la confusione del debutto lascia spazio allo scorrere inesorabile del tempo, un movimento lento che conduce verso la malattia e la morte.

Su Toccu Pasau (foto M.Locci)
Il regista ha voluto che gli attori stessi si muovessero come le frecce dell’orologio di Santa Maria, creando un’atmosfera che non stride con la storia, ma che permette agli spettatori di spezzare per due ore e mezza la vita frenetica di oggi, immergendosi nella realtà di un “paesone” come la Nuoro di Satta. La vita scorre lenta per le quattro sorelle che vivono in funzione del giovane Ciriaco, prete nel quale specialmente la sorella Gonaria vede l’unica via per l’ascesa politica e il riscatto sociale. Gonaria, fervente cattolica e custode della speranza, si contrappone alla cugina Vincenza, emblema della passività femminile dipendente dal marito. Accanto a loro emerge la serva dei Corrales, figura che scaturisce dai racconti di Canonico Pirri — prete onesto e incapace di male, opposto al polemico e talvolta ingenuo Prete Porcu — l’unica donna capace di ottenere giustizia economica dai potenti Corrales attraverso la tenebrosa faccenda dell’avvocato Orecchioni. Questa piccola rivincita brilla come una scintilla in una pièce che si muove inesorabilmente verso l’epilogo. La terza e ultima parte della trilogia, prevista entro il 2027, vedrà come figure centrali proprio Ciriaco e Gonaria. Sarà l’atto del “giudizio finale”, dove il disfacimento delle famiglie e la perdita della fede segneranno la conclusione di questa imponente operazione culturale.

Su Toccu Pasau (foto M.Locci)
Oltre al contenuto artistico, lo spettacolo è il frutto di un profondo processo comunitario. Un percorso lungo mesi ha coinvolto non solo gli interpreti, ma anche gli studenti del Liceo Classico Asproni, del Liceo Scientifico Fermi e dell’ITC Chironi Satta, impegnati nel lavoro sulla lingua sarda e nella creazione di costumi attraverso laboratori di refashion. Come evidenziato da Marco Moledda, referente di Sardegna Teatro a Nuoro, si è trattato di una vera riappropriazione collettiva di un romanzo fondativo. La lingua sarda, curata da Marco Siotto, Armando Lodi, Gianni Cossu e dal gruppo TENacademy, è emersa non come semplice traduzione, ma come suono originario e arcaico, portando i personaggi alla loro verità materiale. Sul palco, un cast intergenerazionale ha dato vita anche alle apparizioni di Boelle e Fileddu, trasformando la loro morte in un rito di passaggio in cui l’intera comunità si riconosce, avvertendo il precipitare della propria epoca con la malinconia e la precisione chirurgica che solo la penna di Satta ha saputo descrivere.

Su Toccu Pasau (foto M.Locci)
In ordine di apparizione, hanno dato corpo a questa memoria: Valentina Loche, Graziella Spanu, Giuseppe Garippa, Marco Mazza, Armando Lodi, Gianni Cossu, Alessandro Congeddu, Flavio Cabizzosu, Marco Moledda, Marco Siotto, Zenia Mingioni, Anna Grazia Farina, Francesca Gungui, Antonella Lunesu, Giacomina Pintori, Stefania Mula, Mattea Cherubini, Gabriele Pudda, Gianfranco Lau, Saimon Issa, Salvatore Farina, Enerio Tegas e Marco Mario Muledda.
