Si è chiusa la caccia all’uomo per Antonio Pasquale Sanna, l’ultimo indagato sfuggito alla cattura lo scorso 14 dicembre nell’ambito della vasta operazione antidroga denominata “Polo Ovest”. Sanna si è costituito ieri sera presso la Questura di Nuoro, dove è stato tratto in arresto dalla Squadra Mobile. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Cagliari e condotta dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Olbia, ha svelato un complesso sistema criminale dedicato alla produzione, importazione e distribuzione di cocaina e marijuana su larga scala.
L’ordinanza, firmata dal GIP Elisabetta Patrito su richiesta dei magistrati Rossana Allieri e Gaetano Porcu, ha colpito complessivamente 21 persone, distribuite tra custodia cautelare in carcere (10), arresti domiciliari (6) e obblighi di dimora (5). Le esecuzioni hanno interessato le province di Sassari, Nuoro e Cagliari, estendendosi fino a Bergamo, Latina e Novara, a testimonianza di una rete interregionale estremamente ramificata. Tra i nomi finiti in cella figurano soggetti residenti in vari centri dell’Isola e della Penisola, tra cui esponenti di Galtellì, Orosei, Bitti, Olbia e dell’hinterland cagliaritano.
Le indagini, avviate nel 2019, hanno ricostruito l’esistenza di due organizzazioni distinte ma interconnesse: una dedicata alla cocaina e l’altra alla marijuana. Il sistema prevedeva un particolare meccanismo di finanziamento: la marijuana prodotta in Sardegna veniva utilizzata come vera e propria moneta di scambio per acquistare cocaina nella Penisola, con un rapporto di circa 50 chilogrammi di “erba” per ogni chilo di “polvere bianca”.
Il volume d’affari è imponente: oltre 200 kg di cocaina e 450 kg di marijuana movimentati, per un valore economico stimato intorno ai 3 milioni di euro. Sebbene Olbia fosse il principale snodo logistico per lo stoccaggio e lo smistamento, il coinvolgimento di numerosi indagati del Nuorese conferma la centralità del territorio barbaricino sia nella fase produttiva che in quella logistica della filiera illecita.
