Il Partito Democratico della Città di Nuoro lancia un duro affondo contro il Ministero della Giustizia in merito alla gestione del sistema carcerario nell’Isola. Al centro della polemica c’è il massiccio trasferimento di detenuti in corso dal carcere di Badu ’e Carros, svuotato a causa di gravi criticità strutturali, una mossa che sta già provocando il sovraffollamento degli altri istituti sardi. Ma a spaventare maggiormente i dem è l’ipotesi di una riconversione della struttura nuorese in un polo destinato esclusivamente al regime di 41-bis.
Secondo il PD cittadino, la Sardegna non può essere considerata una semplice «soluzione logistica» per le emergenze nazionali. Se l’ipotesi di trasformare Badu ’e Carros in un carcere per soli boss venisse confermata, unita al recente trasferimento di 90 detenuti in regime di carcere duro a Uta, l’Isola si ritroverebbe a gestire una quota sproporzionata dei criminali più pericolosi d’Italia senza alcun confronto con le istituzioni locali.
«La Sardegna non può essere la soluzione logistica del 41-bis né subire decisioni calate dall’alto che incidono sul tessuto sociale, economico e civile», dichiarano i rappresentanti del PD nuorese. La preoccupazione è che un’eccessiva concentrazione di detenuti ad alta pericolosità possa favorire infiltrazioni della criminalità organizzata nel territorio, come già tristemente osservato nel caso del carcere di Bancali, compromettendo la sicurezza e l’attrattività della regione per gli investimenti.
In linea con la posizione del PD regionale, il circolo cittadino chiede con forza l’apertura di un tavolo di confronto con il Governo e il superamento della cosiddetta “preferenza insulare” per la destinazione dei detenuti al carcere duro. La difesa della legalità e il contrasto alle mafie restano valori irrinunciabili, ma per il Partito Democratico non possono essere perseguiti a scapito dell’equilibrio territoriale e del diritto dei cittadini sardi a uno sviluppo sano e sicuro.
