Badu ’e Carros al 41bis, Cocco avverte: «No a una nuova servitù penitenziaria»

Salvatore

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Badu ’e Carros al 41bis, Cocco avverte: «No a una nuova servitù penitenziaria»

giovedì 18 Dicembre 2025 - 10:07
Badu ’e Carros al 41bis, Cocco avverte: «No a una nuova servitù penitenziaria»

Badu 'e Carros, e nel riquadro Sebastian Cocco

NUORO – Il fronte del “no” alla trasformazione di Badu ’e Carros in un hub esclusivo per il 41-bis si allarga e si compatta. Dopo il grido d’allarme lanciato dalla presidente della regione Alessandra Todde (APPROFONDISCI) e dal vescovo di nuoro, monsignor Antonello Mura (APPROFONDISCI) , interviene anche il consigliere regionale Sebastian Cocco. Il messaggio inviato a Cagliari e Roma è univoco: la Sardegna non può diventare la discarica del carcere duro dello stato.
Le parole di Cocco si innestano su un clima di forte tensione istituzionale. Soltanto ieri, la presidente Todde aveva ribadito la necessità di un confronto immediato con il ministero della giustizia, chiedendo la sospensione dei trasferimenti dei detenuti in regime di massima sicurezza verso l’isola. Una posizione condivisa dal vescovo Mura, che ha espresso preoccupazione per l’impatto sociale e per la dignità del sistema carcerario territoriale. «Le preoccupazioni espresse dalla presidente Todde e dal vescovo monsignor Mura — afferma Cocco — impongono risposte chiare e immediate. La Sardegna non può continuare a subire decisioni assunte altrove, senza confronto e senza una valutazione reale dell’impatto sui territori».

NO A UNA SERVITÙ PENITENZIARIA – Il Consigliere nuorese solleva un tema politico di fondo: il peso che l’isola già sostiene in termini di spazi sottratti alla comunità. «Da tempo segnalo il rischio che l’isola venga trasformata in una servitù penitenziaria — incalza Cocco — una condizione non meno grave né meno umiliante della servitù militare già pagata a caro prezzo. L’insularità non può essere usata come criterio per concentrare qui il carcere duro». L’analisi di Cocco si sposta poi sull’efficacia dello strumento detentivo. Citando i dati ufficiali, il consigliere definisce il 41-bis un “fallimento” nel contrasto alle mafie, aggiungendo che la distribuzione di questi detenuti in territori distanti da quelli d’origine produrrebbe un effetto beffardo: favorirebbe l’attecchimento di attività criminali in zone dove erano precedentemente sconosciute.

Per rispondere a questa emergenza, Cocco richiama i quattro punti cardine indicati dalla presidente Todde: sospensione immediata dei trasferimenti di detenuti al 41-bis verso la Sardegna; apertura di un confronto immediato con il Ministero della Giustizia; definizione di criteri nazionali equi e trasparenti di distribuzione; avvio di una verifica seria sull’efficacia del regime del 41-bis dopo oltre trent’anni di applicazione. «È urgente l’attivazione della commissione consiliare sulle infiltrazioni della criminalità organizzata — conclude Cocco, primo firmatario della proposta insieme al gruppo Uniti — affinché il consiglio regionale possa esercitare pienamente il proprio ruolo di analisi e vigilanza. La Sardegna non può essere trattata come una periferia penitenziaria». (S.NOVELLU)

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