OROSEI – C’è un filo sottile e d’argento che lega vie, piazze e vicoli di Orosei alla storia della grande fotografia; un legame che non nasce oggi, ma che affonda le radici in oltre un secolo di sguardi, di cui il progetto Ammentos: Gurgos, Vichinatos, Zente, presentato lunedì 16 dicembre nella sala consiliare, rappresenta l’ultimo, emozionante capitolo. Molto prima che Orosei diventasse una meta turistica rinomata, è stata una musa per i pionieri della fotografia.
Prima ancora dei reporter nazionai e internazionali, fu la sensibilità dei fotografi sardi a intuirne il valore documentario: spicca, su tutti, lo sguardo del farmacista nuorese Raffaele Ciceri, che già ai primi del novecento colse l’essenza della vita barbaricina e dei suoi centri più autentici, tra cui Orosei. A questo sguardo interno si sono poi aggiunti, nei decenni successivi i nomi che hanno fatto la storia della fotografia mondiale. Dal primo scatto panoramico sulla Valle del Cedrino di Vittorio Sella alla vigilia della grande guerra, al lavoro di Ugo Pellis nel 1934, fino alla straordinaria produzione di Marianne Sin-Pfältzer tra il 1955 e la fine degli anni Sessanta. Orosei è stata colta dall’obiettivo di Georges Viollon, Janos Reissmann, Franco Pinna e Giancolombo, fino a toccare il vertice con il maestro indiscusso Henri Cartier-Bresson, che nel 1962 realizzo in Baronia alcuni degli scatti più iconici della sua produzione sarda, seguiti poi dalle visioni di Lisetta Carmi e Mario De Biasi.

Alcuni scatti di Derosas esposti a Orosei
LA STREET PHOTOGRAPHY DI ANGELINO DEROSAS: In questa nobile tradizione si inserisce oggi il lavoro di Angelino Derosas, oroseino emigrato a Savona e diventato fotografo professionista, che per anni ha approfittato delle ferie nel paese natale per raccontare la sua terra “da dentro”. Il suo approccio con la fotografia, è quello che oggi definiremmo della street photography: un reportage puro, colto nell’immediatezza della strada, capace di fermare l’istante senza pose artificiose, che oggi restituiscono alla comunità il volto di un tempo.

“Dal macellaio”, una delle foto di Angelino Derosas in mostra
UN ARCHIVIO DI EMOZIONI NEL CUORE DEL CENTRO STORICO – Si è tenuta lunedì 16 dicembre, nella sala consiliare del comune di Orosei, la presentazione ufficiale del progetto Ammentos: Gurgos, Vichinatos, Zente. L’iniziativa, portata a compimento dall’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Elisa Farris su proposta di Antonio Farris, celebra il legame indissolubile tra il paese e uno dei suoi figli emigrati, il fotografo Angelino Derosas.Il progetto ha trasformato le vie del centro storico in un museo di fotografia a cielo aperto. Sono 41 le immagini installate lungo le vie, le piazze e i vicoli del borgo, creando un percorso della memoria che documenta la trasformazione della comunità. Durante le vacanze estive a Orosei, Derosasa utilizzava l’obiettivo per immortalare la quotidianità dei massajos, la semplicità delle architetture e l’intensità dei volti di quella generazione che, in poco più di mezzo secolo, ha cambiato il destino del paese.

Presentazione di “Ammentos: Gurgos, Vichinatos, Zente”
LA VOCE DELLA STORIA – L’evento di presentazione, tenutosi nei locali della sala consiliare davanti a una folta platea in occasione della consegna delle borse di studio di merito agli studenti, ha vissuto momenti di profonda commozione. Il culmine della mattinata è stato il collegamento telefonico con Riccardo Derosas, fratello di Angelino, che dall’alto dei suoi 98 anni ha voluto portare la propria testimonianza. Con voce lucida e carica di affetto, Riccardo ha ricordato la figura del fratello e ha espresso profonda gratitudine verso l’amministrazione per un’iniziativa che onora l’amore di Angelino per la sua terra. Rivolgendosi direttamente ai giovani premiati, li ha esortati a non dimenticare mai le proprie origini: «Custodite nel cuore le vostre radici», ha detto, confessando di ripensare ogni giorno con nostalgia e amore ai luoghi della sua infanzia.

Alcuni scatti di Derosas esposti a Orosei
UN PONTE TRA GENERAZIONI – «Questo progetto non è solo un omaggio al passato, ma un’eredità per i posteri», è stato ribadito durante l’incontro. Per i turisti, Ammentos rappresenta un’opportunità di scoprire l’anima profonda di Orosei oltre la sua bellezza estetica. Per i residenti, è un’occasione per ritrovare frammenti di identità familiare tra le pieghe del tempo. L’installazione permanente invita ora cittadini e visitatori a passeggiare con lo sguardo rivolto verso l’alto, per riscoprire, attraverso la maestria tecnica di Derosas, come eravamo e quanta strada è stata percorsa per arrivare a oggi.
