Non si placano le polemiche per la perdita del finanziamento da 2, 5 milioni di euro per Il Monte Ortobene . La Consigliera Comunale del Gruppo Misto, Maura Chessa per respingere duramente le accuse di “vendita di fumo” da parte dell’assessore all’Ambiente Marco Canu scritte sul proprio profilo social personale.

Marco Canu, assessore all’Ambiente e Patrimonio (foto S.Novellu)
La consigliera definisce questa perdita una “grave inerzia politica” da parte dell’amministrazione comunale . “Non accetto, né ora né mai, di essere tacciata come una venditrice di fumo afferma. Maura Chessa chiarisce immediatamente un punto centrale della disputa: l’asserzione che il bando riguardasse specificamente l’eradicazione dell’ailanto è “oggettivamente falso”. Spiega che il Bando Natura 2000 era finalizzato a contrastare lo stato di inquinamento e degrado delle aree ZPS attraverso azioni coerenti con la tutela ambientale. Il riferimento all’ailanto, fatto in precedenza, era solo un “esempio esplicativo” per rendere comprensibile la tipologia di interventi possibili, specificando che l’elaborazione di un progetto tecnico non spettava a lei come consigliera, ma al settore competente dell’amministrazione comunale, guidato politicamente dall’assessore Canu. Per la Consigliera Chessa, la mancata partecipazione al bando non è riconducibile a un errore formale, bensì a una profonda “inerzia politica e amministrativa”: un finanziamento di oltre 2,5 milioni di euro avrebbe richiesto “studio, approfondimento, interlocuzioni tecniche, capacità di progettazione,” tutte attività che l’Amministrazione avrebbe omesso. Chessa attacca inoltre il tentativo di personalizzare la discussione, in riferimento al richiamo dell’assessore alla propria “esperienza ventennale nella ricerca di fondi di finanza”. “Questa non è, e non può essere, una questione personale. Qui si parla di amministrazione pubblica, di atti dovuti, di responsabilità politiche e di risultati che non sono arrivati,” dichiara la Consigliera, aggiungendo che personalizzare il dibattito ne evidenzia solo la fragilità. Infine, Maura Chessa lancia una sfida all’Amministrazione riguardo ai richiami a “comitati scientifici” o “protocolli d’intesa”: chiede che vengano formalmente specificati “quali comitati scientifici, con quali competenze specifiche, con quale Università, con quale Dipartimento, e soprattutto con quale protocollo formalmente sottoscritto e operativo.” “Perché senza atti, senza documenti, senza progetti aggiornati e cantierabili, restano solo parole. E le parole non finanziano i territori, i progetti sì,” conclude Chessa, sottolineando che per il Monte Ortobene erano necessarie “competenza, programmazione e responsabilità politica.”
