La Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, alza il tiro contro il Governo Meloni per il trasferimento sull’isola di un elevato numero di detenuti in regime di 41-bis (dovrebbero essere circa 91), una decisione assunta, a suo dire, “senza confronto, senza preavviso e senza rispetto istituzionale”.
Sei giorni dopo l’invio della lettera alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Todde lamenta l’assenza di una risposta, definendo la scelta come una grave rottura del principio di leale collaborazione tra Stato e Regione. “Ignorate completamente le conseguenze sulla sicurezza, sulla sanità e sulla tenuta sociale del nostro territorio”, ha dichiarato la Presidente.
Todde ha inoltre denunciato il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ricordando che il 10 settembre aveva assicurato che “nessuna decisione sarebbe stata presa senza un confronto con la Regione”. Impegni che, secondo Todde, sono stati “totalmente disattesi”. Il trasferimento è stato disposto dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria con una nota inviata a tribunali e forze dell’ordine, bypassando completamente la Regione.
La Presidente ha ribadito la criticità legata al rischio di sviluppo mafioso in un territorio già considerato a rischio dagli organi giudiziari. Cruciale è anche l’impatto economico: “Ogni detenuto in 41-bis comporta un aggravio enorme per il sistema sanitario regionale in termini di sicurezza, scorte, trasferimenti e assistenza… i cui costi aggiuntivi ricadono interamente sui cittadini sardi”.
Infine, un duro paradosso sull’insularità: “Quella che la Costituzione riconosce come svantaggio da compensare viene oggi usata come vantaggio logistico per lo Stato. È un paradosso istituzionale inaccettabile”. Todde ha concluso chiedendo di “fermare le decisioni unilaterali” e aprire immediatamente un confronto.
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