Il Consiglio comunale di Silanus del 28 novembre ha segnato un passaggio significativo nella discussione sulla gestione dei siti archeologici del territorio. Dopo settimane di polemiche e chiarimenti richiesti, la maggioranza ha deciso di non procedere con il progetto di uno studio da 138.000 euro – affidato a una società non sarda – che avrebbe dovuto definire un nuovo modello di gestione del patrimonio archeologico. Una scelta che, di fatto, conferma quanto più volte segnalato dalla consigliera Francesca Madeddu, secondo cui destinare una quota dell’avanzo di amministrazione a un incarico esterno di tale portata sarebbe stato “fuori dagli schemi del buon amministrare”, soprattutto tenendo conto delle numerose criticità ancora irrisolte nei siti archeologici del paese.

Veduta di Silanus e, nel riquadro, Francesca Madeddu
L’OPPOSIZIONE DI MADEDDU – La soddisfazione per la rinuncia allo studio, però, è durata poco. Nel corso della stessa seduta, infatti, il Consiglio ha ridistribuito quelle risorse verso altri interventi che Madeddu giudica “non urgenti e non prioritari in questo momento”. Tra le nuove destinazioni figurano l’acquisto di un server, il rinnovo degli arredi di vari uffici e soltanto 9.000 euro destinati al complesso museale e monumentale di Silanus. Secondo la consigliera, questa cifra è “assolutamente insufficiente” rispetto allo stato attuale del patrimonio archeologico. Santa Barbana, sottolinea, “versa da anni in condizioni di abbandono”: con tombe dei giganti non recintate e difficili da raggiungere, percorsi inesistenti, muristenes da valorizzare, il Pozzo Sacro bisognoso di interventi e l’assenza di un punto di accoglienza adeguato, nonostante per anni la cooperativa uscente abbia garantito apertura e visite con risorse minime e contributi comunali spesso insufficienti. Durante la seduta si è affrontato anche un tema che Madeddu solleva da tempo: la possibilità di permettere ai consiglieri di partecipare alle sedute da remoto. Dopo otto mesi dalla sua prima richiesta, l’amministrazione ha finalmente avviato la stesura di un regolamento che consentirà la partecipazione online in caso di impedimenti per lavoro o salute. La consigliera accoglie positivamente questo passo avanti, così come la destinazione di oltre 50.000 euro per un’indennità di esproprio, pur evidenziando che l’impegno economico procede in modo frammentario. Il confronto in aula, tuttavia, non è stato privo di tensioni. Secondo Madeddu, “chi cerca costantemente l’esibizione pubblica poi non accetta contestazioni né confronto”, e il dibattito avrebbe più volte deviato dal merito tecnico alle considerazioni personali. “Un atteggiamento che non giova a nessuno — conclude — e che non aiuta Silanus a crescere”. Con l’abbandono dello studio da 138mila euro, resta aperta la questione centrale: come e con quali risorse restituire dignità e funzionalità ai siti archeologici del paese, patrimonio di grande valore ma oggi bisognoso di interventi urgenti, concreti e finalmente adeguati
