Nuoro. Tre nuove mostre al MAN: arte partecipativa, insularità e fotografia d’autore – VIDEO

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Nuoro. Tre nuove mostre al MAN: arte partecipativa, insularità e fotografia d’autore – VIDEO

di Salvatore Novellu
sabato 06 Dicembre 2025 - 17:44
Nuoro. Tre nuove mostre al MAN: arte partecipativa, insularità e fotografia d’autore – VIDEO

L'ingresso alla mostra di Alfredo Casali (foto S.Novellu)

NUORO – Il MAN (Museo d’Arte della provincia di Nuoro) ha inaugurato ieri tre nuove importanti mostre, spaziando dalla scultura gonfiabile e partecipativa alla pittura sull’insularità, concludendo il focus sul fotogiornalismo d’autore.

Chiara Gatti, direttrice del MAN (foto S.Novellu)

Chiara Gatti, direttrice del MAN (foto S.Novellu)

ARTE FUORI DAL MUSEO – L’esposizione Blow-Up, di Franco Mazzucchelli (Milano 1939), curata da Marina Pugliese in collaborazione con il MUDEC di Milano, ripercorre la ricerca di Mazzucchelli dagli anni Sessanta a oggi, sottolineando il suo carattere sperimentale, sociale e partecipativo. La mostra si concentra sugli interventi noti come Abbandoni e A. TO A. (Art to Abandon / Arte da abbandonare), dove l’artista “abbandonava” grandi strutture gonfiabili in PVC in spazi pubblici (come davanti all’Alfa Romeo di Milano nel 1971 o a piazza dei Priori a Volterra nel 1973), invitando all’interazione e alla riappropriazione dello spazio urbano.
Presente anche una sezione storica, inedita in Italia, dedicata a Caduta di Pressione (1974), un’opera che misurava il consumo di ossigeno di visitatori illustri (tra cui Agnetti e Dorfles) in una stanza, mappando il vuoto e l’apnea.

Un'opera di Franco Mazzucchelli (foto S.Novellu)

Un’opera di Franco Mazzucchelli (foto S.Novellu)

Il percorso include grandi sculture gonfiabili come un Totano di 26 metri e un Cono alto 12 metri, oltre all’installazione site-specific del ciclo Riappropriazioni, una bolla di film plastico che invade una sala, annullando i confini e invitando il pubblico all’esperienza fisica e simbolica dello spazio.
La mostra esplora le dicotomie tra monumentalità e leggerezza, arte e società, e l’uso pionieristico della plastica.

Il

Il “Totano” di Franco Mazzucchelli (foto S.Novellu)

L’ISOLA INTERIORE – Il MAN prosegue la sua riflessione annuale sul concetto di Isola non solo come luogo geografico, ma come “dispositivo semantico” e generatore di utopie con la personale di Alfredo Casali (Piacenza 1955), curata da Massimo Ferrari e Chiara Gatti, presenta opere inedite e recenti che esplorano il neologismo “isolitudine”: una condizione esistenziale complessa che unisce la necessità ancestrale di appartenenza all’isola con un sentimento melanconico di isolamento (citando autori come Satta e Bufalino).

Due opere di Alfredo Casali (foto S.Novellu)

Due opere di Alfredo Casali (foto S.Novellu)

La ricerca pittorica di Casali, influenzata da Morandi, Novelli e Twombly, si caratterizza per il rigore formale, la sintesi geometrica e una poetica essenziale che distilla archetipi domestici (la casa, l’albero) e paesaggistici. L’isola è qui rappresentata come “un disegno dai bordi slabbrati sulle mappe della coscienza”.

Una delle sale dedicate a Alfredo Casali (foto S.Novellu)

Una delle sale dedicate a Alfredo Casali (foto S.Novellu)

IL COLORE RITROVATOFranco Pinna. Sardegna a colori. Fotografie recuperate 1953–67, infine (APPROFONDSICI), presenta un corpus di circa ottanta scatti a colori del fotoreporter madalenino di nascita ma romano di adozione Franco Pinna (1925-1978), in occasione del centario dalla nascita. Molti scatti sono inediti e ampliano la percezione di Pinna, tradizionalmente noto per il bianco e nero. Il percorso documenta la Sardegna attraverso i reportage a colori: da Orgosolo (1953), al servizio sull’universo Deleddiano Canne al vento (1958), fino alla documentazione del rito dell’Argia (1959) realizzato per l’antropologo Ernesto De Martino e le cronache sul banditismo e la protesta dei pastori (1967).

“Dancing” (foto Franco Pinna – Archivio Franco Pinna)

Un documentario, inoltre, approfondisce la sua attività di fotografo di scena e il suo rapporto di collaborazione e amicizia con il maestro Federico Fellini.

L’INTERVISTA A CHIARA GATTI 

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