Sorgono. Sanità territoriale possibile: coi medici cubani il San Camillo resta aperto

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Sorgono. Sanità territoriale possibile: coi medici cubani il San Camillo resta aperto

martedì 02 Dicembre 2025 - 08:57
Sorgono. Sanità territoriale possibile: coi medici cubani il San Camillo resta aperto

Medici stranieri: i comitati di Sorgono chiedono impegni rapidi alla giunta. In un incontro al Teatro comunale si è discusso della crisi dell’ospedale San Camillo e delle aree interne


SORGONO –  Si è svolta sabato nei locali del teatro comunale “Salvatore Murgia” di Sorgono un’iniziativa promossa dal Comitato SOS Barbagia Mandrolisai, che rappresenta ben 14 paesi del circondario. L’incontro era focalizzato sull’impiego di medici stranieri, e sul futuro dell’ospedale San Camillo e dell’assistenza sanitaria nelle zone interne. L’iniziativa è stata coordinata da Gianfranca Salvai (SOS Barbagia Mandrolisai) e da Antonello Delogu, responsabile della comunicazione del coordinamento dei comitati sardi per la sanità pubblica (CCSP). In apertura, gli interventi accorati di Bachis Cadau e Piero Manca hanno ribadito il richiamo all’articolo 32 della costituzione sulla tutela della salute come diritto fondamentale. Hanno sottolineato come un numero esiguo di medici in più (8-10, secondo le stime) e di personale infermieristico basterebbe a decidere la sopravvivenza del San Camillo e a trasformare il destino sanitario del Mandrolisai. Alla discussione hanno preso parte i consiglieri regionali Giuseppino Canu (primo firmatario dell’odg 50/XVII), Antonio Solinas (Pd) e Salvatore Cau (orizzonte comune). Tutti hanno espresso la propria disponibilità a portare avanti l’iter dell’ordine del giorno fino a ottenere un impegno concreto da parte della giunta per la stipula di accordi quadro che garantiscano l’arrivo di medici e infermieri stranieri. Ha portato il sostegno politico all’iniziativa anche Sergio Loi, delegato della direzione regionale del partito democratico, intervenuto in collegamento da remoto.

I MEDICI CUBANI – Per il CCSP sono intervenuti il coordinatore Alessandro Rosas e il dottor Francesco Carta di medicina democratica, il quale ha inquadrato il problema nella crisi strutturale del sistema sanitario regionale (SSR). Ospite centrale è stato Pino Scarpelli dell’associazione Italia–Cuba, che ha illustrato l’esperienza della Calabria, dove l’arrivo di centinaia di medici cubani ha permesso di mantenere aperti reparti essenziali e di ridurre la migrazione sanitaria, soprattutto nelle aree più svantaggiate. Il CCSP, che considera sorgono come un “laboratorio” per una sanità territoriale possibile, pur valutando positivamente gli impegni assunti dai politici, ha ribadito che il tempo delle dichiarazioni è esaurito.

LE RICHIESTE – Una delibera di giunta rapida che dia attuazione all’ODG 50/XVII; un tavolo tecnico con priorità assoluta per le zone interne; un accordo quadro con CSMC e altri partner che sia pubblico, trasparente e monitorabile. «Continueremo a vigilare – ha affermato il coordinamento – e, se l’ordine del giorno resterà sulla carta, saremo pronti a tornare in piazza con mobilitazioni ancora più ampie. Sorgono manda un messaggio chiaro: o si investe davvero nella sanità territoriale pubblica, o intere comunità saranno costrette a rinunciare al diritto alla cura».


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