NUORO – Si sente spesso definire Nuoro con l’appellativo altisonante di “Atene della Sardegna”, una formula evocativa che intende celebrare il capoluogo barbaricino come culla e fucina di intellettuali, artisti e scrittori di fama, come la premio nobel Grazia Deledda, il poeta Sebastiano Satta, lo scultore Francesco Ciusa o ancora il pittore Antonio Ballero e tanti altri intellettuali. Tuttavia, questa narrazione è stata più volte messa in discussione da voci critiche, tra cui quella di Annico Pau, ex sindaco della città, presidente della sezione nuorese dell’Associazione Mazziniani Italiani, nonché attento studioso della figura di Satta e non solo.

La casa natale di Sebastiano Satta
Secondo Pau, l’associazione tra Nuoro e l’antica città greca sarebbe “del tutto fittizia”. La sua critica si fonda su un confronto pungente tra l’approccio delle due città nei confronti dei propri geni: «Atene ha sempre valorizzato i propri artisti, al contrario di Nuoro, che li ha sempre trascurati». La presunta inadeguatezza della definizione di “Atene sarda” troverebbe la sua riprova più lampante nella mancata valorizzazione di uno dei suoi figli più illustri: Sebastiano Satta, e invero l’artefice di quella fucina di Intellettuali e artisti che fu la Nuoro di fine Ottocento-primo Novecento dopo il proprio rientro a Nuoro nel 1894, dopo il conseguimento della Laurea in Giurisprudenza. Nonostante la sua fama e il suo ruolo di “Poeta-Vate della Sardegna”, infatti, la città di Nuoro non si è ancora dotata di un museo dedicato alla sua memoria e alla sua opera. Un elemento di singolare contrasto in questo scenario è proprio la casa natale del poeta. Essa si trova nell’omonima piazza, progettata e realizzata tra il 1965 e il 1967 dall’artista di Orani Costantino Nivola, un’opera – museo a cielo aperto, che da sola dovrebbe testimoniare la volontà di celebrare la cultura. Eppure, secondo Pau, il mero fatto che un luogo così simbolico non sia stato elevato a vero e proprio centro museale o di memoria dedicato, ma sia talvolta destinato a usi meno celebrativi, è la prova della “trascuratezza” nuorese nei confronti dei suoi talenti.

Piazza Sebastiano Satta
L’osservazione di Pau non mira a sminuire il glorioso passato letterario e artistico di Nuoro, ma piuttosto a innescare una riflessione critica sulla retorica della definizione di “Atene sarda”, evidenziando come, dietro il blasone, possa nascondersi una reale mancanza di concretezza nella conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e della memoria dei suoi grandi. Per Pau, la vera Nuoro culturale non ha bisogno di epiteti storicizzati, ma di azioni concrete che onorino i suoi figli.
La provocazione è emersa ieri nel corso di un’intervista all’ex Sindaco, al termine della presentazione del progetto “Memoria Viva”, attraverso il quale si vuole riaprire la casa natale del Poeta-Vate della Sardegna, trasformandola in un polo culturale attivo, e una grande mostra fotografica temporanea per riscoprire un aspetto inedito della sua multiforme genialità, quella di pioniere della fotografia a Nuoro e nella stessa in Sardegna.
Nel video che segue, le interviste ai coordinatori del progetto Annico Pau e Carlo Maccioni, quest’ultimo accenna all’idea della mostra fotografica, e all’assessore alla Cultura Natascia Demurtas, la quale spiega com il Comune di Nuoro si farà promotore dell’apertura della casa-museo di Satta e della salvaguardia del rispetto dell’omonima piazza-opera d’arte dagli interventi selvaggi che nel tempo si sono prodotti su di essa.
L’INTERVISTA:
