«A un anno dall’approvazione della legge regionale n. 20 sulle aree idonee, i fatti parlano chiaro: la Sardegna ha saputo costruire un modello equilibrato di regolazione delle energie rinnovabili, capace di proteggere il paesaggio e allo stesso tempo sostenere la transizione energetica. Le paventate invasioni di pale eoliche e distese di fotovoltaico non si sono mai verificate, e le più importanti bocciature dei grandi progetti delle multinazionali sono arrivate grazie ai principi contenuti proprio nella nostra legge.»
Lo dichiara il consigliere regionale Sebastian Cocco, commentando il Decreto-legge 21 novembre 2025, n. 175, con cui il Governo nazionale ridefinisce radicalmente le autorizzazioni sulle concessioni delle rinnovabili.
«Il decreto Meloni–Picchetto Fratin introduce un elemento di forte criticità: lo Stato si sostituisce alle Regioni nell’individuazione delle aree idonee, cancellando di fatto ogni autonomia territoriale. È una scelta che disarticola il lavoro svolto dalla Sardegna ed espone l’isola — e non solo — a rischi concreti di speculazione energetica, considerando che il provvedimento estende le aree idonee a porti, tratti di mare, zone della Difesa e persino contesti paesaggistici e archeologici di eccezionale valore.»
Cocco evidenzia come il decreto possa coinvolgere perfino siti di pregio assoluto: «Luoghi come Su Nuraxi, Saccargia, le Domus de Janas di Sorradile, Oniferi, Cheremule o Bonorva — oggi tutelati dall’impianto della legge regionale — diventano improvvisamente vulnerabili alle decisioni centralistiche del Governo.»
Poi l’affondo politico: «In Sardegna alcuni hanno agitato la bandiera di “Pratobello” contro una legge che si è dimostrata seria e protettiva. Oggi, invece, davanti a un decreto che realmente mette a rischio il patrimonio ambientale e culturale dell’isola, la domanda è semplice: perché gli esponenti di Forza Italia non propongono al Ministro dell’Ambiente l’adozione di una legge Pratobello nazionale? Dovrebbero conoscere l’indirizzo, visto che appartengono allo stesso partito.»
«La Regione Sardegna ha dimostrato che transizione energetica e tutela dei territori possono convivere. Il Governo nazionale — conclude Cocco — dovrebbe seguire questa strada, non smantellarla.»
