È morta a Milano, all’età di 91 anni, Ornella Vanoni, una delle voci più originali, sofisticate e longeve della musica e dello spettacolo italiano. La cantante, che aveva compiuto 91 anni lo scorso 22 settembre, è deceduta in seguito a un malore nella sua abitazione milanese.
La scomparsa della grande artista ha suscitato immediate reazioni nel mondo della cultura e dello spettacolo. “Con la scomparsa di Ornella Vanoni l’Italia perde una delle sue artiste più originali e raffinate. Con la sua voce unica, e una capacità interpretativa senza eguali, ha scritto pagine importanti nella storia della canzone, del teatro e dello spettacolo italiano. A nome mio personale e del ministero della cultura esprimo cordoglio e vicinanza ai familiari,” ha dichiarato in una nota il ministro della cultura, Alessandro Giuli.
Particolarmente toccante il commento di Fabio Fazio, che l’ha ospitata regolarmente e con grande successo nelle domeniche di Che tempo che fa: “Non sono in grado di dire niente. Sono senza parole e non ero pronto a tutto questo. Non mi pare possibile. Non riesco a dire proprio niente.”
Ornella Vanoni è stata fino all’ultimo giorno un vero mito, una figura rinata al grande pubblico anche grazie alle sue recenti apparizioni televisive, dove ha espresso con ineguagliabile schiettezza la sua simpatia, intelligenza, il carattere libero e la totale indifferenza per il politicamente corretto. La sua presenza scenica è durata poco meno di settant’anni, caratterizzata da una personalità pirotecnica e una carriera ricchissima di incontri.
La sua avventura umana e artistica iniziò all’insegna della straordinarietà. Figlia della ricca borghesia milanese, divenne, appena ventenne, “la ragazza della mala” all’interno dell’ambiente del Piccolo Teatro, sotto l’ala di Giorgio Strehler, suo compagno e mentore. Con l’intuizione di Strehler e la complicità di autori come Dario Fo, le furono cuciti addosso “Le canzoni della mala“, con capolavori come Ma mi e Le mantellate.
Uscita dal sodalizio con Strehler, la Vanoni incontrò la prima generazione di cantautori, la scuola genovese, legando il suo nome a quello di Gino Paoli, amore immortalato da Senza fine. Da quel momento, trovò un registro espressivo unico che le permise di spaziare da grandi successi internazionali, come L’appuntamento (cover di Roberto Carlos), L’albergo a ore (dalla Piaf) e Domani è un altro giorno (da Tammy Wynette), fino al progetto geniale con Vinicius De Moraes e Toquinho per l’album storico La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria, che contribuì in modo fondamentale alla popolarizzazione della musica brasiliana in Italia.
La sua sensualità, unita a un’eleganza raffinata, l’ha resa un’interprete dalle caratteristiche uniche, capace di collaborare con i più grandi autori e artisti italiani, inclusi Lucio Dalla e Fabrizio De Andrè. È stata inoltre la prima donna a vincere il Premio Tenco per il “miglior cantautore” quando la sua penna si era affinata.
A metà degli anni ’80, la sua statura internazionale fu confermata dall’album Ornella &, registrato a New York con artisti del calibro di Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson, i fratelli Brecker e Ron Carter, altra pagina memorabile della discografia italiana.
La grandezza di Ornella Vanoni risiede nell’essere riuscita a mantenere il contatto con la realtà musicale, al di là delle mode e dei trend, fino all’ultimo, quando ha pubblicato l’album Diverse e l’autobiografia Vincente o perdente in occasione del suo novantesimo compleanno, confermando una vitalità straordinaria e una consapevolezza superiore che ne fanno un patrimonio inestimabile per la cultura italiana.
