La Sardegna sfida Roma sul suicidio assistito: L’Esecutivo blinda la competenza Statale

Salvatore

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La Sardegna sfida Roma sul suicidio assistito: L’Esecutivo blinda la competenza Statale

Il Dipartimento Affari Regionali: la normativa viola la competenza statale su 'ordinamento civile e penale'. Deriu (PD): "Un dovere dare risposta di civiltà ai nostri cittadini".
venerdì 21 Novembre 2025 - 17:47
La Sardegna sfida Roma sul suicidio assistito: L’Esecutivo blinda la competenza Statale

Il palazzo della Regione Sardegna foto S.Novellu.

La legge della Regione Sardegna in materia di suicidio medicalmente assistito è stata formalmente impugnata dal Governo per “plurimi profili di illegittimità costituzionale”. L’Esecutivo centrale ritiene che la normativa isolana abbia ecceduto le proprie competenze, invadendo ambiti riservati in via esclusiva allo Stato.

Roberto Deriu (foto S.Novellu)

Roberto Deriu (foto S.Novellu)

Secondo le motivazioni del Dipartimento per gli Affari regionali, la legge sarda violerebbe l’articolo 117 della Costituzione in diverse sue declinazioni, in particolare sulla competenza statale esclusiva in materia di “ordinamento civile e penale”. Il Governo sottolinea che la disciplina del ‘suicidio medicalmente assistito’ rientra senza dubbio in tale materia e non può essere dettata da una legge regionale. Vengono inoltre censurate la violazione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) e dei principi fondamentali della “tutela della salute”, in quanto la regolamentazione del fine vita non può essere affidata a un ruolo “supplente” delle Regioni in attesa di una decisione del legislatore nazionale. Il Governo ricorda inoltre che il Senato è già in avanzato esame su un testo base in materia.

Netta la replica di Roberto Deriu, presidente del Gruppo PD e primo firmatario della legge in Consiglio regionale. “La normativa sarda si muove nel solco tracciato dalla Consulta,” ha dichiarato Deriu, respingendo l’accusa di invasione di campo. Il consigliere democratico ha sostenuto che il ruolo della Regione sia quello di organizzare la sanità, e che “prevedere una procedura non significa auspicarla”. Deriu ha concluso affermando che la Regione ha operato con rigore giuridico e responsabilità: “Si tratta solo di disciplinare un caso che, volenti o nolenti, si presenta. Ancora una volta abbiamo perso un’occasione di dare una risposta di civiltà alle necessità dei nostri cittadini.”

La questione sarà ora deferita alla Corte Costituzionale, che dovrà sciogliere il nodo interpretativo sulla legittimità della legge regionale.

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