La Sardegna si conferma tra le regioni con i redditi pensionistici più bassi d’Italia, ma l’analisi condotta dalla Uil evidenzia una situazione di particolare preoccupazione per la provincia di Nuoro.
Mentre l’importo medio mensile delle pensioni in Sardegna si attesta a 867 euro, contro una media nazionale di 1.020 euro, la provincia di Nuoro, insieme al Sud Sardegna, registra un’incidenza particolarmente elevata di assegni minimi. Oltre il 63% delle pensioni erogate nell’Isola è inferiore ai 1.000 euro mensili, e questo dato si acuisce nelle aree interne come il Capoluogo Barbaricino, dove l’assegno minimo rappresenta la maggioranza.
Questa condizione di reddito estremamente basso è ulteriormente aggravata dall’effetto del caro vita, in particolare in Sardegna, a causa dei maggiori costi legati all’insularità, che erodono il potere d’acquisto reale dei pensionati nuoresi. “La situazione che emerge dal nostro studio – spiega la segretaria generale della UIL Sardegna, Fulvia Murru – conferma quanto denunciamo da tempo: i pensionati sardi vivono una condizione di forte disagio economico. Chiediamo al Governo e alla Regione di intervenire con misure concrete per sostenere i redditi più bassi e ridurre il divario con il resto del Paese. Serve una riforma strutturale che tuteli le pensioni e rafforzi il welfare regionale, a partire dai servizi sociosanitari”.
La UIL chiede dunque misure specifiche, come il potenziamento della perequazione automatica e l’introduzione di un coefficiente di compensazione territoriale che tenga conto del maggior costo della vita nelle regioni insulari, essenziale per tutelare la popolazione anziana del Capoluogo Barbaricino e delle zone interne.
