SILANUS – Un sito archeologico senza investimenti stabili dalla scadenza della convenzione 2012-2022. La delibera per il “piano di gestione” scatena il dibattito su trasparenza e valorizzazione locale. Silanus si interroga sul futuro della gestione del suo patrimonio più prezioso: il complesso archeologico di Santa Sabina, che include le Tombe dei Giganti, la chiesa di San Lorenzo, il Pozzo Sacro e il centro servizi.
A sollevare il problema la consigliera comunale Francesca Madeddu. La questione non riguarda solo la tutela del sito, ma solleva un acceso dibattito sull’impiego delle risorse pubbliche e la trasparenza amministrativa. “Il sito – spiega – era stato affidato nel 2012 alla cooperativa Old Sardigna tramite una convenzione decennale con il Comune, scaduta nel 2022. Da allora, pur continuando a operare tra le difficoltà, la cooperativa non ha più ricevuto il sostegno economico delle amministrazioni che si sono succedute. La pandemia ha aggravato la situazione, ma il problema di fondo resta: senza investimenti pubblici stabili, la crescita del sito archeologico è bloccata. A tre anni e mezzo dalla scadenza della convenzione, il Comune non ha ancora definito un nuovo modello di gestione“.
L’attuale amministrazione comunale, pur avendo manifestato l’intenzione di intervenire con mezzi propri, ha approvato, durante la seduta consiliare del 6 ottobre 2025, una delibera che affida a una società con sede nella penisola l’incarico di redigere un “piano di gestione” del patrimonio locale, incluso Santa Sarbana. L’incarico avrà un costo di 138.000 euro. La cifra ha generato perplessità e disappunto in paese: l’importo, infatti, non è destinato a interventi concreti (come la manutenzione o il miglioramento degli arredi dei Muristenes), ma a una consulenza esterna, affidata a professionisti che operano fuori dal territorio sardo. Oltre all’aspetto economico, la vicenda solleva interrogativi sulla trasparenza e la correttezza amministrativa. I 138.000 euro sono, infatti, una cifra appena inferiore alla soglia di 140.000 euro che rende obbligatoria l’indizione di una gara formale che coinvolga almeno cinque professionisti.
Molti cittadini si chiedono: chi è la società scelta e con quali criteri? Se per la futura gestione del sito si ipotizza un bando, perché non è stato fatto lo stesso per questo studio? La coincidenza con la soglia di legge tocca un tema etico profondo: quello della fiducia nella gestione delle risorse pubbliche e della volontà di garantire scelte trasparenti. Cittadini e operatori locali ritengono che i 138.000 euro potrebbero essere impiegati diversamente: per la manutenzione, la pulizia delle aree o per creare opportunità di lavoro e formazione per i giovani di Silanus. L’appello è di ripensare la logica della gestione, abbandonando le consulenze esterne in favore di un modello partecipativo che valorizzi le competenze e le energie locali. Investire sui giovani del paese, preparati e radicati nella comunità, significherebbe non solo custodire il passato di Santa Sarbana, ma costruire un rinascimento culturale ed economico per l’intera comunità.
