La vicenda della signora Luisa Manca, l’anziana di 106 anni di Onifai costretta a recarsi all’ufficio postale con difficoltà di deambulazione per non perdere l’erogazione della pensione, ha spinto Poste Italiane a intervenire con una nota ufficiale. L’azienda ha espresso le proprie scuse alla famiglia, ma ha voluto ribadire che la richiesta di aggiornare i documenti scaduti rientra in un preciso obbligo normativo a tutela del cliente. Nel comunicato Poste Italiane ha porto le “più sentite scuse alla signora Luisa Manca e ai suoi famigliari per il comprensibile disagio che poteva essere sicuramente evitato”. L’ammissione del disservizio, o perlomeno della gestione migliorabile del caso specifico, è chiara. Tuttavia, l’azienda ha subito messo in luce il contesto regolamentare che ha innescato la necessità dell’operazione.
Secondo la nota, l’aggiornamento dei documenti di identità nelle anagrafiche aziendali è una procedura “necessaria al fine della sussistenza dei rapporti”, che si tratti di conti correnti, libretti di risparmio o carte prepagate. L’operazione è fondamentale per agire “nel rispetto delle norme vigenti che tutelano i cittadini e garantiscono la regolarità delle operazioni che li riguardano.” In sostanza, pur con il comprensibile fastidio per l’anziana, l’operazione mira a prevenire frodi e garantire che i rapporti finanziari siano intestati a persone con identità verificata.
LE SOLUZIONI ALTERNATIVE PER CLIENTI FRAGILI – Poste Italiane ha colto l’occasione per chiarire che esistono diverse soluzioni pensate per la clientela impossibilitata a muoversi.
Online e Presenza: Il titolare del rapporto può aggiornare i documenti recandosi di persona o in remoto, accedendo all’area riservata del sito www.poste.it. Delega e Certificati: Per i soggetti come la signora Manca – lungodegenti o con gravi problemi di salute – che non dispongono di un tutore legale, l’operazione può essere svolta presso l’ufficio postale di radicamento da soggetti autorizzati. Questi soggetti (come cointestatari o delegati) devono presentare, oltre al documento da rinnovare, un certificato di esistenza in vita del titolare e una dichiarazione medica che attesti l’impossibilità di recarsi in ufficio, escludendo l’indicazione della patologia. L’ultima via è la procura ad agire per conto del titolare.
L’incidente di Onifai, pur spiacevole, si configura dunque come un monito sull’importanza di avvalersi preventivamente di queste procedure alternative per non incorrere nel blocco delle operazioni.

Fa specie che si attiva la telemedicina e non si può fare per un’ esistenza in vita. Poste italiane incassa milioni di euro da persone come la ultracentenaria. È probabile che da remoto… nell’ altra vita la signora non incontra burocrazia